Tu sei qui: CronacaLa ‘buona politica' di Romano
Inserito da Il Salernitano (admin), lunedì 19 aprile 2004 00:00:00
Importante commemorazione, lo scorso venerdì sera, nell'Aula Consiliare di Palazzo di Città. Ad un anno dalla morte del senatore cavese Riccardo Romano, l'Amministrazione comunale, di concerto con la segreteria dei Democratici di Sinistra, retta dal dott. Franco Prisco, ha organizzato una serata in ricordo del noto personaggio politico metelliano, uomo coerente, altruista, fedele ai suoi ideali ed ai suoi sentimenti, difensore delle classi deboli e sempre impegnato affinché il suo territorio mostrasse segnali di crescita. A "La passione e le idee", momento di riflessione su quella che un tempo amava definirsi buona politica, applicata da Riccardo Romano, hanno presenziato l'on. Andrea Annunziata, il presidente del Consiglio comunale, dott. Giovanni Baldi, numerosi esponenti dei DS (tra cui Flora Calvanese, Raffaele Fiorillo ed Adolfo Salsano) e della Giunta. Sono intervenuti il sindaco Messina, il segretario cittadino dei DS, Franco Prisco, e quello provinciale, il prof. Achille Mughini, l'avv. Gaetano Panza, membro dello Sdi, l'on. Tommaso Biamonte, il prof. Cammarano, Antonio Di Martino, marinaio in pensione, e l'on. Vincenzo De Luca, membro del Direttivo Nazionale dei DS. Ha moderato il prof. Luigi Gravagnuolo. Tante le memorie ed i flash di vita di Romano raccontate alla folta cittadinanza intervenuta. In apertura, il saluto del sindaco Messina, che ha sottolineato il ruolo del senatore per la città: «Conosco da ragazzo il compianto Riccardo Romano come mio docente. È stato un uomo che ha operato sempre in difesa del suo territorio e dei suoi cittadini. Pur essendo all'opposizione, preferiva costruire e battersi, attaccando non gli uomini, ma le loro idee. Fondatore di un Consiglio comunale democratico, ha sempre desiderato istruire i giovani sul suo modo di far politica, perché potessero farsi forti delle sue esperienze». Ma Riccardo Romano va ricordato soprattutto per la sua grande capacità comunicativa e didattica, per il suo lavoro di alfabetizzazione delle masse, per il coraggio e l'abnegazione, oltre che per la sua oratoria. «E' certamente un momento di gioia - ha detto Franco Prisco - commemorare un uomo dall'elevato rigore morale, che ha dato tanto in nome di una società diversa, che oggi, purtroppo, ha smarrito i valori. Riccardo Romano si è battuto perché tutti avessero il diritto allo studio. Credo che questi eventi di riflessione, che vanno al di là del colore politico, debbano servire per affrontare i momenti difficili». L'on. Biamonte, dal canto suo, ha lanciato la proposta al sindaco di intitolare a Romano Piazza Lentini, dove il primo deputato cavese faceva i suoi comizi, incantando la folla. «Ovunque andava - ha sottolineato Biamonte - lasciava, da pragmatico qual era, progetti, fatti e proposte». Cammarano ha ricordato, invece, la passione verso i cavesi, ma anche il suo ruolo di comunista puro di profonda educazione cattolica, il vivere combattendo contro i prepotenti per salvare le sorti della sua città. Ma se Romano difendeva e tutelava le masse, anche con un impulso alla riforma agraria, nel contempo costruiva professionisti ed alimentava il ruolo della borghesia, rimanendo espressione della classe dirigente. Mughini, poi, ha sottolineato il ruolo di mediatore di Romano tra l'Agenzia Tabacchi ed i contadini, che avevano grande fiducia in lui. Commossa figlia Ada: «E' stato forte anche nella malattia». In conclusione, l'intervento dell'on. De Luca: «Era un grande intellettuale comunista, che ha fatto una sua scelta di vita, rimanendo per questa isolato da tutti. La sua libertà di pensiero lo ha condotto a ciò. Sembra strano come un docente si sia avvicinato ai problemi dei deboli, ma ciò rientra nel proprio apostolato laico. Dietro di lui c'era la sofferenza umana per arrivare ad un processo di emancipazione. Il suo successo era dovuto al suo essere radicato all'interno della sua comunità ed alla domanda che lui si poneva sempre di cosa avrebbe potuto fare per il partito. Mi piace ricordarlo come un uomo al servizio del popolo, non un correntista all'interno del partito».
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