Tu sei qui: Cronaca«L'Ausino come in origine»
Inserito da (admin), mercoledì 5 agosto 2015 00:00:00
Dato per scontato che una società per azioni risponde al diritto commerciale e quindi privato, mentre un’azienda speciale risponde al diritto pubblico; dando per scontato che piccole realtà comunitarie (dalle parrocchie ai sindacati, dai partiti alle associazioni) tutelano, in modo nobile, una parte della popolazione, mentre i comitati per la gestione pubblica dell’acqua tutelano almeno i 27 milioni di cittadini che hanno votato contro la privatizzazione e gli utili sull’acqua, c’è da dire che bene ha fatto la neo Amministrazione Servalli a recepire gli stimoli ed i solleciti dei comitati per l’acqua pubblica a varare una delibera di Giunta che va in questa direzione, cioè riconversione dell’Ausino spa in Azienda speciale consortile. Oltretutto l’utenza che copre l’Ausino è molto consistente - siamo intorno ai 180mila abitanti - con un’eterogeneità notevole che va da piccole realtà di poche centinaia di abitanti (ma sempre più numerosi di quanti iscritti può vantare un sindacato locale) e svariate migliaia, come appunto Cava de’ Tirreni.
Ricordiamo inoltre che l’Ausino, che ha visto la luce agli inizi del ’900, era già Consorzio pubblico e gestito direttamente dai Comuni soci e si è trasformata in spa solo in seguito al processo di privatizzazione che ha caratterizzato gli anni ’90. Tutti ricorderanno quanto fosse più semplice comprendere una bolletta dell’acqua all’epoca. Riuscivi a capire con esattezza quanto consumavi in un anno e di conseguenza quanto pagavi. Oggi questo è diventato incomprensibile alla maggior parte…
A prescindere da questi particolari (eppure non sono di poco conto), c’è da dire che riportare l’Ausino alle origini, cioè trasformarla di nuovo in consorzio pubblico, equivale a restituire alla popolazione amministrazione e gestione pubblica dell’elemento fondamentale per eccellenza alla sopravvivenza.
Chiari i principi sanciti nella delibera di ripubblicizzazione dalla Giunta Servalli, su proposta dei comitati. Essi, infatti, sono a tutela di una gestione equa, senza fini di lucro dell’acqua e, nel contempo, un richiamo alle responsabilità non solo degli amministratori, ma anche dei cittadini, che sono chiamati direttamente a collaborare sia alla gestione sia al controllo. Com’è chiaro il concetto di partecipazione democratica delle parti: tutti i Comuni sono tutelati e devono essere rappresentati, dal più piccolo e sperduto al più grande e centrale. Non esisteranno cittadini di serie A e di serie B, ma saranno tutti cittadini e basta.
Ovviamente questi aspetti rappresenteranno il prossimo passo che si compierà in direzione della ripubblicizzazione: sarà compito degli esperti legali stilare uno Statuto che ne affermi e ne concretizzi l’indirizzo. Uno Statuto equo, includente, che non privilegi niente e nessuno.
Patrizia Reso - Comitato Acqua Pubblica di Cava de’ Tirreni
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