Tu sei qui: CronacaL'arte ceramica cavese addobba il nuovo Parco Schwerte
Inserito da (admin), lunedì 18 luglio 2011 00:00:00
Sabato 2 luglio, alle ore 11.00, il Sindaco Marco Galdi, assistito dal Vicario Generale dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, Monsignor Osvaldo Masullo, che dopo il taglio del nastro tricolore ha benedetto il giardino verde cittadino, ha riaperto il Parco Schwerte posto a nord della “Valle Metelliana”, le cui quattro entrate insistono in Via Clemente Tafuri, Via Vittorio Veneto e Viale Degli Aceri. Presente all’atteso evento un folto pubblico, che ha accolto, fra le autorità, l’Onorevole Regionale Dott. Giovanni Baldi e numerosi Assessori e Consiglieri Comunali della “Città dei Portici”.
Al centro del parco, com’è noto, insiste un ampliato “corpo centrale” od “area servizi”, che a lavori ultimati ospiterà un centro ristoro, il cui gestore, una volta individuato dalla Civica Amministrazione, dovrebbe curare l’apertura e chiusura del parco e l’apertura, chiusura e pulizia dei bagni, che sono stati predisposti per i diversamente abili, donne ed uomini.
L’esterno dell’intero manufatto, la cui superficie consta di 170 metri quadrati, è stato piastrellato con la posa in opera di 450 mattonelle, decorate a mano dal giovane artista ceramico cavese Pierfrancesco Solimene, della Solimene Art, la cui “faienzera” (laboratorio ceramico) ha sede in Via Giuseppe Pellegrino della nostra “Piccola Svizzera”.
Il pregevole intervento artistico ceramico, realizzato in cotto artigianale, ha posto in luce la maestria del giovane ceramista metelliano, poiché con le sue “pennellate” ha saputo dare al raffigurato guizzante banco di pesci azzurri del “mare nostrum” un immaginario movimento. L’armonia ceramica espressa dall’artista suscita vivo interesse fra quanti, grandi e piccini, frequentano il restaurato polmone verde cittadino.
Cava de’Tirreni, città di antica tradizione ceramica, deve l’iniziazione di tale arte all’avvento dei monaci benedettini della Santissima Trinità di Cava (il toponimo Cava de’Tirreni origina il 23 ottobre 1862) nell’amena “cava arsicia o di metello” ove, mille anni or sono, il Diacono Alferio Pappacarbone istituì il noto Cenobio benedettino.
Il Principe Longobardo Gisulfo II, fra le donazioni destinate all’Abate del Corpo di Cava, non mancò di porre sotto la giurisdizione monastica le Terre di Cava, compresi i fiumi ed il popolo che vi abitava, sottolineando che fino al 17 gennaio 1807 dette Terre (dal 7 agosto 1394 elevate al rango di Città da papa Bonifacio IX Tomacelli), fra le sue frazioni comprendeva anche le Località di Molina, Albori, Benincasa, Raito, Vietri e Cetara.
Livio Trapanese
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