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Cronaca

L'Abbazia della SS. Trinità protagonista del Giubileo della Misericordia

Inserito da (admin), mercoledì 30 dicembre 2015 00:00:00

Il Giubileo Straordinario della Misericordia annovera tra le sue “sedi” anche l’Abbazia della SS. Trinità di Cava de’ Tirreni. Lo scorso 13 dicembre è stata aperta la Porta Santa da parte dell’Abate Ordinario, Dom Michele Petruzzelli, con il quale ci siamo soffermati sul significato di questo evento e sugli appuntamenti passati e futuri. Leggiamo insieme...

Anche l’Abbazia Benedettina della SS. Trinità sarà protagonista del Giubileo Straordinario della Misericordia. Che cosa rappresenta per i credenti, ma anche per i non credenti, questo importante evento?
Il Giubileo è un tempo di grazia. Un Anno Santo Straordinario della Misericordia. Tempo per riflettere e considerare la bontà misericordiosa del nostro Dio. Abbiamo aperto la porta della nostra Basilica, che, come le porte di tante cattedrali del mondo, sarà il segno che il cuore di Dio è sempre spalancato, sulle miserie, sui peccati, sui limiti di ogni uomo e di ogni donna. Aprire una porta e varcare una soglia significa andare oltre ciò che noi siamo; andare oltre l’esperienza quotidiana; andare dentro a quell’appuntamento di grazia, di misericordia e di vita nuova che il Signore ha fissato con ognuno di noi. Al di fuori: c’è la vita, la vita quotidiana con le sue sfide, ma anche con le sue conquiste. Dentro: troviamo ciò che noi da soli non possiamo donarci, il mistero di Dio che si fa presente a noi ogni volta che celebriamo: l’eucaristia, quindi un dono immeritato che noi non ci conquistiamo, però è anche un piccolo sforzo, un impegno che ci viene chiesto. Non dobbiamo dimenticare che Gesù stesso parla di sé come porta da attraversare: «Io sono la porta delle pecore, chi passa attraverso di me, avrà vita piena». Allora anche noi compiremo questo gesto.
La porta rimarrà aperta per tutto l’Anno Santo Straordinario. Ed entrando in cattedrale sarà possibile ricevere il dono dell’indulgenza, cioè del perdono che soprattutto noi viviamo nel sacramento della riconciliazione, ma anche di quel dono più grande, sovrabbondante che la Chiesa elargisce a tutti coloro che compiono ciò che lei vuole compiere, quindi innanzitutto nella celebrazione dell’eucaristia, nell’esperienza del pellegrinaggio, nella preghiera... e anche, come più volte Papa Francesco ha ricordato, nell’esercizio di quelle che sono le opere di misericordia corporali e spirituali a favore degli uomini del nostro tempo. Opere di misericordia antichissime - lo sappiamo: la loro origine è già nella Sacra Scrittura - ma che vanno declinate e adattate secondo le esigenze dell’uomo contemporaneo. Non è un caso che proprio il Papa indichi “nuove porte” della misericordia: si pensi alla cella delle carceri o anche alle soglie della sofferenza dove si trovano tanti nostri fratelli in questo momento nella situazione particolare della loro vita. Vivere la sofferenza o la situazione di precarietà che loro vivono significa portare con loro la croce e indicare una via, possibile, di salvezza e, dunque, una possibilità per vivere la misericordia che Gesù ci ha donato.

Come si è preparata la Badia di Cava per farsi trovare pronta all’apertura della Porta Santa?
Si è preparata con un corso di esercizi spirituali, durati 5 giorni interi. Tali esercizi sono stati animati da S.E. Mons. Mario Milano, Vescovo emerito di Aversa. Quindi ci siamo preparati con la preghiera, ma anche con l’ascolto. Per esempio, durante i pasti della comunità monastica abbiamo letto un libro dal titolo “Celebrare la Misericordia” di Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova Evangelizzazione. Altro libro come lettura comune, “Il Volto della Misericordia” di Raniero Cantalamessa. Ci siamo preparati comunitariamente anche al Rito dell’apertura della Porta della Misericordia della nostra Cattedrale. Desidero a tal proposito lanciare un messaggio ai lettori di “Carpe Diem...”, una esortazione fraterna. Possiamo domandarci, come le folle, i pubblicani e i soldati a Giovanni il Battista: noi cristiani che intraprendiamo questo Anno Santo che cosa dobbiamo fare? La porta della Misericordia rimarrà aperta per tutto l’Anno Santo. Entrando in cattedrale o in qualche santuario significativo, sarà possibile ricevere il dono dell’indulgenza, cioè del perdono che soprattutto noi viviamo nel sacramento della riconciliazione. Indulgenza: l’anima nostra è come un pezzo di legno, disse una volta un saggio. Per ogni peccato che commettiamo, è come se ci piantassimo un chiodo. E piantato così a fondo da non poter essere tolto con nessun attrezzo e da nessun manovale. Se non da Dio, quando nel sacramento della Confessione perdona i nostri peccati e, appunto, estrae tutti i chiodi. Ciò che resta, però, non è esattamente quello che c’era all’inizio, ma è un legno traforato, pieno zeppo di buchi, più o meno grandi. Solo nel purgatorio, dove sarà dolorosamente piallato e restaurato, quel legno tornerà alla sua integrità originaria. E sulla terra? Anche quaggiù è possibile avere questo restauro con un perdono speciale che la Chiesa è in grado di impartire per il potere datole da Dio e che chiama “indulgenza”. Si tratta di un tesoro di divina misericordia che è al centro del Giubileo, o Anno Santo.
Per ricevere il dono dell’indulgenza è necessario un pentimento sincero per i peccati commessi, confessarsi, pregare secondo le intenzioni del Papa e insieme compiere un’opera di misericordia corporale o spirituale. Queste opere di misericordia corporale e spirituale sono 14 in tutto - sono elencate nel compendio del CCC - e tra esse c’è solo l’imbarazzo della scelta. Sono opere molto semplici, da riscoprire, perché se ci danno un bene eterno, possono anche trasformare la nostra vita quotidiana: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti, consigliare i dubbiosi, insegnare a chi non sa, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare per i vivi e per i morti.
Vivere il Giubileo significa metterci all’opera, compiere gesti misericordiosi; sono gesti che fanno bene al corpo e allo spirito, appartengono alla Chiesa e per il Papa sono il segreto del Giubileo. Il Pontefice ha detto che ogni credente deve essere in qualche modo una «porta santa», capace di incarnare la misericordia di Dio; ha rivolto - con estrema concretezza - un accorato appello a essere «artigiani del perdono, specialisti della riconciliazione, esperti della misericordia». Per Papa Francesco - insomma - la misericordia «cambia tutto» e innanzitutto deve cambiare ognuno di noi, il nostro modo di vivere, il nostro modo di essere nel mondo. Chiedo la grazia che la porta del nostro cuore si apra alla Misericordia di Dio e diventi porta della Misericordia.

L’Anno Santo si concluderà nel novembre 2016. Può anticiparci qualche iniziativa già programmata per i prossimi mesi?
Oltre al Rito di apertura della Porta della Misericordia, l’altro appuntamento di rilievo in questo mese di dicembre è stata la Conferenza dell’Arciabate di Montecassino, P. Dom Donato Ogliari. L’iniziativa è stata concordata con l’Arcivescovo Mons. Orazio Soricelli, quindi in collaborazione con l’Arcidiocesi di Amalfi-Cava. Abbiamo avuto, dunque, la Conferenza del Rev.mo P. Abate Dom Donato Ogliari di Montecassino sul Giubileo della Misericordia. Il P. Ogliari ci ha suggerito le dimensioni umane, cristiane e spirituali e ci ha aiutato a partire - come si suol dire - con il piede giusto in questo Anno Santo Straordinario della Misericordia. Il 16 dicembre, poi, ho celebrato una S. Messa giubilare per tutti gli atleti del settore giovanile della Cavese. Quanto al futuro, in una Domenica di Quaresima si avrà un Ritiro spirituale per giovani e adulti, che sarà ripetuto prima della Pentecoste. Faremo un pellegrinaggio a Roma per attraversare la Porta Santa della Basilica di San Pietro; tale pellegrinaggio sarà per gli Oblati Benedettini del nostro monastero, la Schola Cantorum e coloro che frequentano l’Abbazia più assiduamente. A Dio piacendo, il prossimo anno avremo l’ordinazione sacerdotale di D. Massimo Maria Apicella; il sacerdozio ministeriale è un dono della misericordia del Signore per la comunità monastica e per la chiesa.

Negli ultimi tempi si sono tenute presso l’Abbazia varie “Giornate di ritiro spirituale”. Continueranno tali appuntamenti? Sono in cantiere altre iniziative in quest’ottica di apertura della comunità monastica verso l’“esterno” ed al territorio?
Questi ritiri continueranno e trascendono anche il Giubileo in corso. Vedo una buona partecipazione e un incremento maggiore rispetto ai primi ritiri. Proporrò ai giovani e agli adulti anche qualche Lectio divina, nella nostra cattedrale, su brani evangelici che parlano della misericordia. Inoltre, saranno riproposti anche per il prossimo anno il week-end vocazionale per giovani e due corsi di esercizi spirituali: uno per sacerdoti, animato da un noto liturgista benedettino, e uno per consacrate animato da me. Inoltre per i fedeli laici (giovani e adulti) saranno dedicate, nei Tempi forti dell’Anno Liturgico, giornate di ritiro spirituale (in genere la domenica). Poi voglio ricordare che la Basilica è sempre aperta dalle 15.45 per la celebrazione dei Vespri alle 16.00. È la preghiera della sera, preghiera pubblica, preghiera cristiana... non riservata solo ai monaci, ma anche ai fedeli laici, giovani e adulti. Chi ha bisogno di un confronto e un aiuto nel cammino spirituale può fare riferimento a noi monaci. Come pure chi ha necessità di accostarsi al sacramento della Riconciliazione venga pure in Abbazia.

Protagonisti degli eventi del Giubileo anche gli “Archibugieri SS. Sacramento”, già presenti alla Badia in altre occasioni importanti, tra cui la sua benedizione abbaziale. Un rapporto che si sta sempre più rinsaldando...
Ringrazio con il cuore anzitutto il Presidente Paolo Apicella e poi tutta l’Associazione storico-culturale “Archibugieri SS. Sacramento” del Distretto di Corpo di Cava per la presenza costante negli eventi importanti dell’Abbazia, che sempre onora i nostri illustri ospiti con costumi tradizionali, rendendo l’accoglienza più festosa, più sonora, più folkloristica. È stata molto interessante, seppure in forma ridotta, la manifestazione medievale presentata nel piazzale della Badia il 28 novembre. Quindi, anche per il futuro ci sarà reciproca collaborazione.

Articolo tratto da “Carpe Diem…”, periodico dell’Associazione Storico-Culturale “Archibugieri SS. Sacramento”

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L'Abate Petruzzelli (foto di Angelo Tortorella) L'Abate Petruzzelli (foto di Angelo Tortorella)

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