Tu sei qui: Cronaca‘Io, malato terminale, cacciato dagli ospedali'
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 28 ottobre 2002 00:00:00
In ospedale per lui non c'è più posto, perché contro quel male che lo sta distruggendo qualsiasi terapia, ormai, sarebbe inutile. Da alcuni giorni è nell'elenco dei pazienti che dovranno essere dimessi. Così, per il 65enne Mario Matonti, un passato da muratore, oggi affetto da una grave forma di carcinoma alle vie biliari, si apre un altro calvario. Una volta a casa, non avrà alcun tipo di assistenza medica che possa alleviare le sue atroci sofferenze. «La storia di mio padre - accusa la figlia Palma - è la stessa di tanti altri malati terminali, che vengono trattati come condannati a morte. Dopo aver trascorso mesi e mesi a lottare contro un male subdolo, si sentono completamente abbandonati. L'ospedale fornisce assistenza solo nella fase iniziale, ma quando, ormai, il loro destino è segnato, non c'è altro tipo di assistenza». La moglie Anna e la figlia non vogliono arrendersi: «Non ce la sentiamo di abbandonarlo anche noi. Ha sofferto già tanto ed ora ha diritto ad una morte serena». È il 5 gennaio scorso quando Mario accusa i primi sintomi: poche linee di febbre e la temperatura che resta alta tutte le sere. Il primo ricovero in ospedale presso l'Umberto I (nella foto) di Nocera Inferiore, poi il ritorno a casa per partecipare al matrimonio del figlio. A settembre la malattia peggiora, con l'uomo che viene ricoverato presso il reparto di Chirurgia di urgenza a Mercato San Severino. Le sue condizioni sono ormai disperate. Certo è che adesso Mario non può più restare in ospedale e, per quanto affetto riceva dai suoi familiari, ha bisogno di qualcuno che si occupi giorno e notte di lui. «A Cava non c'è assistenza - continua la figlia - per i malati terminali. Non ci sono le strutture per la terapia del dolore, né si può contare sull'assistenza sanitaria a casa, come accade in altri Comuni della provincia». Dagli uffici dell'Asl, intanto, non arrivano notizie confortanti: solo a gennaio prenderà il via l'assistenza domiciliare integrata, rivolta solo agli anziani. Quanto agli hospice, il progetto di realizzarne uno nella vecchia struttura di Trivio per ora non rientrerebbe nella lista dei quattro finanziati dalla Regione. Dalla direzione di via Ricco, comunque, fanno sapere di tenere in considerazione le rimostranze della famiglia Matonti e di essere impegnati nel cercare una soluzione.
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