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Cronaca

Inquinamento, cittadini in rivolta

Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 24 aprile 2002 00:00:00

L'inquinamento da agenti chimici e da rifiuti liquidi urbani, immessi nel torrente Bonea, rischiano di compromettere la stabilità delle fondamenta delle palazzine popolari di via Gaetano Cinque, nella frazione di San Cesareo. Incriminati sono gli scarichi fognari delle numerose costruzioni della zona, che sversano in continuazione nel torrente, provocando degrado e disagi in tutta la zona traversata dal rigagnolo. «Ormai il valloncino - commenta Laura Giusso Guerra, residente in una villa della zona - è diventato una fogna a cielo aperto. Il continuo depositare di materiale di risulta ne ha di fatto modificato il corso. I detriti e le acque putride, miste a quelle piovane, giungono fino a valle in prossimità del Santa Maria dell'Olmo. Nel '93 abbiamo presentato al Comune una petizione, seguita, nel '97, da un esposto alla Procura della Repubblica nel quale denunciavamo il problema, ma fino ad oggi abbiamo raccolto solo indifferenza». Questi disagi sono avvertiti in tutte le zone periferiche della città. Ad essere messi sotto accusa non sono solo il Comune o il Consorzio di Bonifica dell'Agro nocerino-sarnese, ma le stesse associazioni ambientaliste. La discarica di Cannetiello, i torrenti Cavaiola, Bonea, Petraro e Gargarallo rappresentano situazioni riconducibili ad un unico problema: una vallata dove ormai impera solo il degrado. «Cava era ricca di itinerari naturalistici, che potrebbero, se recuperati, essere fonte - dice Maurizio Apicella, ambientalista - di lavoro e profitto. Invece. zone come la Frestola alla Badia, Croce-Pellezzano, Monticelli a Santa Lucia e tante altre risultano praticamente compromesse da discariche abusive e dall'incuria. Le stesse associazioni ambientaliste mostrano un colpevole disimpegno verso questi problemi, preoccupate più per gli avvenimenti politici che per la natura e le sue componenti. L'ambientalismo non è un hobby, ma un modo di vivere». «Quelle che un tempo erano le località più amene della vallata - gli fa eco Ciro Luciano, escursionista - sono ormai un ricordo. Basti visitare la località Contrapone di Passiano oppure le Fontanelle di Sant'Arcangelo, ricche di ruscelli e di verde, oggi desolatamente aride e sporche ed in gran parte trasformate in discariche di materiale di risulta. Non c'è un controllo efficace del territorio, non si rilevano multe e non si controllano i cantieri edili per verificare la destinazione del materiale frantumato». «Le aree periferiche e collinari della nostra città - dichiara Giovanni Senatore, apicoltore - sono infrequentabili, men che meno vivibili. La zona di San Giuseppe al Pozzo è una di queste. Non solo abbiamo sopportato per decenni l'inquinamento atmosferico per l'ubicazione nella zona di aziende litografe, ma oggi bisogna aggiungere anche il degrado dei torrenti Cavaiola e Petraro, che proprio qui si congiungono, ridotti ormai a due fogne a cielo aperto, per l'immissione di prodotti inorganici, scarichi industriali e rifiuti solidi urbani». «Poco senso civico - afferma Domenico Laudato, responsabile dell'Arci cavese - e l'abitudine a fare tutto ciò che si vuole con il minimo sforzo. Il degrado ambientale dipende da questo, altrimenti non si spiegherebbe come ogni alveo di torrente, ogni pendio collinare e le periferie presentino gli stessi aspetti degradati.

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