Tu sei qui: CronacaIncubo finito, a casa i ragazzi scomparsi
Inserito da (admin), venerdì 15 aprile 2005 00:00:00
L'inquadratura fissa sul volto di Daniele. E' stato così che le immagini trasmesse dalla trasmissione di Canale 5 "Tutte le Mattine", condotta da Maurizio Costanzo, hanno attirato un uomo fermo al bar della stazione a bere un caffè. Non c'è voluto molto per capire che il volto di quel ragazzino era lo stesso dell'adolescente incrociato qualche istante prima sul treno che da Pisciotta lo aveva portato a Salerno. Immediata la segnalazione al 112. La notizia del ritrovamento di Daniele Ricciardi, 14 anni, ed Anilo Viziola, 17 anni, entrambi studenti del Liceo Classico "Marco Galdi", rimbalza via cavo alla Stazione locale dei Carabinieri, ove le famiglie dei due ragazzi avevano sporto denuncia nella tarda serata di domenica. A più di 72 ore dalla loro scomparsa, una "gazzella" dei Carabinieri ritrova i due ragazzi confusi tra i passanti di Corso Garibaldi, a Salerno, a pochi metri dalla stazione ferroviaria. Ieri mattina la mamma di Daniele, Maria De Luca, ed il suo compagno, Massimo Ricciardi, avevano trovato il cellulare ancora spento. «Non abbiamo avuto più segnalazioni - dicevano - Ieri il telefonino era acceso, è stato possibile individuare la zona. Pare che corrisponda a quella ipotizzata, tra Matera e Diamante. La stessa area indicata dal santone». Alle 9 anche i Carabinieri della Stazione locale non hanno ancora alcuna notizia. «Le ricerche proseguono senza sosta - si limitano a dire - Siamo molto impegnati, ma non possiamo dire altro. È evidente che più passano le ore e più la situazione si complica». Due ore dopo uno spiraglio. Sui binari della stazione di Salerno fa capolino il treno proveniente da Pisciotta. Uno dei viaggiatori scende dal vagone, si ferma al bar e lancia uno sguardo al televisore, sintonizzato su Canale 5. È inquadrato il volto di un bambino scomparso con i numeri telefonici da contattare: è Daniele. L'uomo si ferma ad osservarlo. Solo una frazione di secondo e si accorge che il ragazzino è lo stesso che ha incrociato sul treno, in compagnia di un altro adolescente. Chiama immediatamente il 113 per fare la segnalazione. Il centralino allerta le pattuglie in zona, che si precipitano nei pressi della stazione. Dopo pochi minuti una delle pattuglie riconosce i due ragazzi, che si confondono tra i passanti del Corso. Li fermano, loro non oppongono resistenza. Anzi, appaiano meravigliati che il loro viaggio verso quello che chiamano il "percorso mistico" abbia suscitato tanta attenzione. I due ragazzi vengono portati alla Compagnia dei Carabinieri. Bisogna accertarsi che siano proprio Daniele ed Anilo e la conferma arriva dopo poco. I due ragazzi non possono vedere ancora i genitori, perché prima devono essere interrogati dal magistrato che sta conducendo le indagini. «L'importante è che sono tornati a casa - dice la madre di Daniele subito dopo il ritrovamento - Ci hanno detto che stanno bene e che hanno dormito al coperto». Intanto, la notizia del ritrovamento rimbalza alla Stazione dei Carabinieri. I militari informano i genitori di Daniele ed Anilo. Maurizio Costanzo dà la notizia in diretta. Grazie ai cellulari, anche i compagni del "Marco Galdi" vengono informati degli ultimi sviluppi. È la fine di un incubo.
«Era un viaggio mistico lungo le vie della Passione»
«Stavamo raggiungendo la più vicina Stazione dei Carabinieri per far sapere che eravamo tornati»: sono queste le prime parole di Daniele Ricciardi, 14 anni, il volto da bambinone appena cresciuto, i capelli incolti come quelli di Anilo. Indossa la felpa gialla, la stessa della fotografia segnaletica. Quella maglia è la sua preferita per la firma Guru che ha sulle spalle. Un simbolo modaiolo che forse poco c'entra con la vicenda vissuta in queste ultime ore, fatta di sette, percorsi mistici e ricerca del Verbo attraverso la sofferenza. «Stiamo bene. Abbiamo dormito - spiega Daniele - e mangiato in albergo. Avevamo circa 300 euro a disposizione. Soldi che avevamo conservato da qualche tempo per questo viaggio». Oltre al borsone azzurro, la felpa, i jeans, il pigiama e la Bibbia, da casa Daniele aveva portato via anche una post card per i prelievi dal suo conto, in rosso secondo quanto riferito dalla madre. Il loro primo incontro, dopo i tre giorni di separazione, arriva in una fredda stanza del Palazzo di Giustizia. Daniele abbraccia la madre, Maria De Luca. Lei scoppia a piangere e ripete più volte la stessa domanda: perché? «Non mi hai mai capito - le sussurra Daniele - non hai mai capito il mio desiderio di voler intraprendere questo percorso spirituale, di voler conoscere la verità». Maria De Luca descrive suo figlio come un ragazzo sensibile, amante della poesia e della montagna. Solo raramente gli aveva sentito accennare a questa sua nuova passione. «Ora come ora - dice tra le lacrime - sono felice, perché ho potuto riabbracciare il mio Daniele. Il mio piccolo sta bene. Avevo paura che potessi ritrovarlo provato da questa esperienza. Credevo che avesse dormito all'aperto ed invece non si sono fatti mancare nulla. Hanno dormito in albergo ed hanno mangiato regolarmente». Molto del racconto di questi giorni è coperto dal segreto delle indagini avviate dalla Procura nei confronti dell'uomo conosciuto come il "predicatore". «Non posso dire molto - precisa Maria De Luca - ci sono indagini in corso, scattate dopo la nostra denuncia per plagio. L'unica cosa che posso dire è che le nostre ipotesi, relative a questa figura oscura, sono confermate. I nostri ragazzi sono stati plagiati e convinti a cercare la verità attraverso un viaggio spirituale, che li ha portati nelle zone ove sono state registrate le scene della "Passione di Cristo"». Uscita dal Palazzo di Giustizia, non si separa neppure per un attimo da Daniele. Salgono subito in auto per raggiungere la casa dei nonni materni, a Napoli. «Hanno voglia di vederlo. Prima, però, voglio ringraziare le Forze dell'Ordine, ed in particolare i Carabinieri di Cava, che si sono impegnati incessantemente nelle ricerche. Ringrazio anche la stampa che ha dato spazio al nostro appello».
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