Tu sei qui: CronacaInchiesta Se.Ta., anche Fiorillo tra gli indagati
Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 27 marzo 2002 00:00:00
È giunta al termine l'inchiesta del sostituto procuratore Filippo Spiezia su ex amministratori pubblici, esponenti della Ge.se.nu. ed i vertici della Se.Ta. (nella foto la sede), la società mista a capitale pubblico maggioritario costituita dal Comune di Cava de' Tirreni per lo svolgimento di servizi ambientali. Sono otto gli indagati ai quali è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini. Si tratta dell'ex sindaco Raffaele Fiorillo, dell'ex assessore al Bilancio, Roberto Caliendo, del presidente della Se.Ta., Eduardo D'Amico, dell'amministratore delegato della stessa, Rosario Carlo Noto La Diega, del direttore Franco Sassaroli, dei componenti del collegio sindacale della stessa società, Francesco Serao, Giovanni Campanile e Giovanni Vergari. Coinvolto anche Giuseppe Sassaroli, ingegnere della Ge.se.nu. I capi d'imputazione, contestati in concorso, vanno dall'abuso al falso ed alla truffa, configurata solo per alcuni. Ora la parola passa ai difensori, gli avvocati Gerardo Grisi, Patrizia Macario, Agostino De Caro, Maurizio Avagliano, Antonella Giannattasio. Si è così conclusa un'inchiesta che ha suscitato notevole scalpore nel 2000, all'epoca delle perquisizioni domiciliari e negli uffici, quando furono notificati numerosi avvisi di garanzia anche a tutti gli esponenti della maggioranza dell'epoca. Nel corso delle indagini, condotte dalla Guardia di Finanza, a seguito di approfondimenti e dopo l'esame della copiosa documentazione sequestrata, per diversi amministratori si è proceduto all'archiviazione. Vediamo i fatti su sui si è indagato. Anzitutto l'attenzione degli inquirenti si è concentrata sulla delibera del Consiglio comunale n.82 del 23 settembre 1994, relativa alla costituzione della società mista, che avrebbe dovuto gestire i servizi pubblici a livello locale. In relazione a quell'atto, è stato contestato all'ex sindaco Raffaele Fiorillo (nella foto) il falso per aver indotto il Consiglio ad attestare che, per individuare il socio da affiancare alla Gepi, appunto la Ge.se.nu., si sarebbe proceduto ad una sorta di verifica di mercato, comparativa tra altre realtà imprenditoriali del settore a livello nazionale. Verifica che, secondo gli inquirenti, non sarebbe stata effettuata. Altro aspetto di rilievo è rappresentato dalla procedura seguita per la vendita delle azioni della Se.Ta. ai Comuni di Eboli, Capaccio, Positano, Fisciano, Scafati, Pagani, Nocera Inferiore, San Valentino Torio e, successivamente, anche a quello di Massa Lubrense. In questo caso è stato contestato l'abuso all'ex sindaco, in concorso con l'ex assessore Caliendo e con i vertici della Se.Ta. D'Amico e Noto la Diega, per aver alienato quelle azioni senza averle fatte stimare preventivamente e neppure seguendo una procedura di evidenza pubblica. Per l'accusa, il valore di quelle azioni sarebbe stato di molto superiore al valore nominale. In relazione ad un parere su quel valore, è stato poi contestato il falso ai componenti del collegio sindacale della Se.Ta. La truffa è stata, invece, configurata per D'Amico, Noto La Diega e Franco Sassaroli, per alcune fatture che gli inquirenti ritengono siano state emesse a fronte di prestazioni inesistenti.
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