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Cronaca

In aula le sorelle molestate dal padre-padrone

Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 17 aprile 2002 00:00:00

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Questa mattina saranno ascoltate le figlie di Silvio Marini, il camionista accusato di violenza carnale dalle due giovani donne, all'epoca dei fatti minorenni. Se lo ritroveranno di fronte in un'aula di giustizia. Incroceranno ancora una volta il suo sguardo, ma solo per svelare i particolari più intimi e scabrosi dell'amara adolescenza a cui l'uomo, così come hanno denunciato, le avrebbe costrette. Dovranno ripetere in tribunale delle sue mani adagiate con violenza sui loro corpi ancora innocenti. Un «lupo cattivo», che avrebbe impunemente agito nel segreto delle mura domestiche. Si apre, così, con un'audizione, che già si preannuncia drammatica, il processo che vede coinvolto, con l'accusa di violenza carnale sulle figlie, Silvio Marini, camionista cavese, difeso dagli avvocati Marco Salerno e Maurizio Mastrogiovanni. Per le 9 di questa mattina è fissata l'udienza davanti alla I Sezione penale del Tribunale di Salerno (nella foto). Le due giovani, E.M. e M.M., entrambe costituitesi parte civile ed assistite dai legali Giovanni Del Vecchio e Leonardo Cotugno, verranno ascoltate come parte offesa. Sarà, inoltre, presentata la consulenza del perito Panfilo Maiorino, nominato dai difensori delle donne per certificare l'attendibilità delle prove portata in aula. Già nel giugno scorso, al termine dell'udienza preliminare, il giudice Francavilla, su richiesta del pm Maria Carmela Polito, aveva rinviato a giudizio l'uomo. Sarà, dunque, ancora un'aula giudiziaria a vederli di fronte per raccontare una vicenda dai contorni raccapriccianti, tanto da indurre gli avvocati a richiedere ed ottenere la convocazione dell'udienza a porte chiuse. Si cerca di mantenere il massimo riserbo sulla testimonianza delle giovani, già prima di ogni verdetto vittime di una triste storia di emarginazione e degrado, violenza e malattia, orrore e disperazione. Il tutto rinchiuso dietro le mura di una casa «qualunque», come tante altre della piccola frazione di Santa Lucia: lui camionista, la moglie affetta da una grave forma di schizofrenia, due figlie all'epoca dei fatti minorenni ed un fratello che ancora oggi, secondo gli avvocati Salerno e Mastrogiovanni, legali dell'uomo, non accetterebbe l'idea del padre aguzzino. A squarciare il velo del silenzio la confessione choc della due ragazze. Secondo l'accusa, dal '92 fino al '99 l'uomo avrebbe abusato delle sue due figlie. Le avrebbe adescate con pressioni psicologiche e fisiche. Per quasi sette anni le due giovani sarebbero state costrette a subire maltrattamenti vari, fatti di percosse ed aggressioni, fino all'abuso sessuale. Secondo il racconto delle due sorelle, non si tratterebbe di rapporti completi, ma di palpeggiamenti ed altre molestie, come la perversa abitudine di assistere ad atti libidinosi. Secondo la denuncia delle due figlie, questa violenza sarebbe rimasta celata nel silenzio ed appesantita dalle condizioni della madre, gravemente ammalata. Tutto ciò fino alla confessione drammatica delle due sorelle, rilasciata nei primi mesi del 2000, quando le due giovani erano ormai lontane dalla casa paterna. Una volta sicure di poter contare sull'appoggio di una nuova famiglia (entrambe hanno contratto matrimonio due anni fa), avrebbero trovato la forza di denunciare il padre. Ora sono chiamate ad un'altra prova, forse quella più dura: ricordare quei giorni. Si attende per questa mattina, dunque, la loro audizione, poi sarà la volta del padre. L'uomo verrà interrogato nel corso della prossima udienza. Al chiuso di un'aula di giustizia si cercherà di svelare la verità su casa Marini.

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