Tu sei qui: CronacaIl questore: "Ferocia inaudita contro i miei uomini"
Inserito da (admin), mercoledì 13 aprile 2005 00:00:00
Il questore Carlo Morselli si insediò a Salerno il 3 novembre 2003. 24 giorni appena e gli si presentò in tutta la sua drammaticità il problema legato alla violenza delle tifoserie della provincia salernitana. Il 27 novembre ci fu un raid degli ultrà nocerini nelle strade di Cava de'Tirreni, alla vigilia del derby. «Macché tifosi. Quelli che hanno agito sono soltanto dei teppisti. Hanno utilizzato la scusa della partita di calcio per dare libero sfogo ai loro istinti bestiali. L'amore per una squadra, e per lo sport, è tutt'altro», disse. Poi i derby furono giocati a porte chiuse. Un anno e mezzo dopo si ritrova a fronteggiare una situazione simile. A Cava, domenica scorsa, si è scatenata una vera e propria guerriglia urbana al termine del derby contro la Juve Stabia. Carlo Morselli quei momenti terribili li ha vissuti in prima persona. Ieri è stato impegnatissimo con la riunione del Comitato per l'ordine pubblico ed in pomeriggio ha fatto un salto all'ospedale "Cardarelli" di Napoli, per far visita al poliziotto napoletano, Francesco Logrande, ferito allo stadio ed ancora sotto osservazione. 48 ore dopo, come giudica tutto quello che è successo a Cava? «Ho assistito in prima persona a scene di inaudita violenza, scatenata senza nessun motivo. Poliziotti e Carabinieri hanno subìto una vera e propria aggressione per più di un'ora. Vedevo ragazzi di ogni età e perfino donne che si accanivano contro le Forze dell'Ordine e devastavano la loro città. E purtroppo, non si trattava di una semplice frangia, perché la guerriglia è stata messa in atto da più di 500 persone. I miei uomini erano lì semplicemente per evitare che i cavesi entrassero in contatto con gli stabiesi». Il sindacato Consap ha parlato di servizio inadeguato per la delicatezza dell'incontro. Cosa ne pensa? «Non scherziamo. Domenica a Cava erano impegnati 200 uomini. Poi sono arrivati i rinforzi. Se per una partita di C2 tutto ciò non basta, allora è veramente la fine. Se contiamo tutte le partite che si giocano la domenica, partendo dalla A a scendere giù, allora tutte le Forze di Polizia dovrebbero preoccuparsi in Italia solo delle partite di calcio». Quindi, ha ragione il ministro Pisanu: se il calcio è questo, meglio chiudere? «Purtroppo è così. Sono d'accordo con il pugno duro se fosse necessario. Se il calcio è questo, meglio chiudere gli stadi. Adesso, però, prendiamoci una pausa di riflessione, vediamo anche cosa decide la Lega». Come giudica il fenomeno violenza a Cava? «Da quello che ho visto e da quello che stiamo studiando da tempo, credo sia un qualcosa non legato solo alla partita di calcio, ma un vero e proprio odio contro le Forze dell'Ordine, contro le divise, contro Polizia e Carabinieri». Ritiene preoccupante il fenomeno legato alla follia ultrà a Salerno e provincia? «Il fenomeno della violenza negli stadi stride con quella che è una provincia tranquilla e di grande cultura. Non ci sono fenomeni d'intolleranza razziale, non compaiono scritte offensive sui muri. Poi, però, quando ci sono le partite di calcio, si scatena una rabbia senza limiti. E' come se la provincia salernitana vivesse una doppia identità». In riferimento al derby del "Lamberti", potevano essere predisposte misure diverse? «No, l'obiettivo era quello di tenere a distanza le due tifoserie e questo è stato raggiunto. Gli uomini hanno mantenuto la calma ed hanno eseguito le disposizioni. Già all'interno dello stadio si è consumato l'episodio gravissimo nei confronti del poliziotto Francesco Logrande». Adotterà provvedimenti diversi per le prossime partite a rischio? «In questi casi non si va avanti con iniziative personali, ma ci si attiene a quelle che sono le disposizioni nazionali. Certo è che in provincia di Salerno gli eventi considerati a rischio sono numerosi. Basti pensare che domenica scorsa, mentre si consumava la guerriglia a Cava, altre violenze si sono verificate ad Agropoli. Ed il giorno prima era successo di tutto a Castel San Giorgio».
Sta meglio il poliziotto ferito
Nel pomeriggio di ieri il questore Carlo Morselli ha lasciato il suo ufficio e si è spostato al "Cardarelli" di Napoli. E' andato ad accertarsi di persona delle condizioni di Francesco Logrande, il poliziotto 52enne napoletano, colpito da un ultrà cavese con un calcio alla testa e ricoverato da domenica sera nel reparto di Neurochirurgia d'urgenza. In mattinata si erano diffuse notizie preoccupanti sulle condizioni del poliziotto, poi la situazione si è andata normalizzando. Francesco Logrande, comunque, dovrà restare ancora qualche giorno sotto osservazione, perché ha subito un iperestensione del collo e contusione midollare a livello cervicale. E' lucido e parla regolarmente.
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