Tu sei qui: CronacaIl folklore cavese come Peter Pan
Inserito da (admin), venerdì 5 settembre 2014 00:00:00
Un bambino che si rifiuta di crescere e trascorre un’infanzia senza fine sull’“Isola che non c’è”. È Peter Pan, personaggio letterario creato dallo scrittore scozzese James Matthew Barrie e protagonista assoluto di numerosi film, cartoni animati e fumetti. Una figura nelle cui vesti si sono cimentati tanti artisti, ma che insospettabilmente ha trovato negli ultimi anni uno dei suoi migliori interpreti nella nostra città. I panni dell’eroe caro ai bambini, infatti, sono stati e continuano ad essere indossati dall’universo folkloristico cavese, i cui vari “attori” si alternano a turno in rappresentazioni da Oscar.
L’ultima è andata in scena lo scorso 6 luglio sull’affollato set della “Disfida dei Trombonieri”. A contendersi l’ambita statuetta gli Sbandieratori “Città Regia” e “Torri Metelliane” da una parte e l’Associazione Trombonieri, Sbandieratori e Cavalieri dall’altra. Tutti in nomination sia nella categoria miglior attore (per il ruolo di Peter Pan) che in quella riservata al miglior attore non protagonista (per Capitan Uncino).
Un’interpretazione senza dubbio tra le più riuscite, ma che in realtà è stata solo l’ultima di una lunga serie. Ad ulteriore conferma della buona notizia per i bambini cavesi: Peter Pan abita qui. Nessuno può impersonarlo meglio del folklore cittadino. Mai capace, o forse mai desideroso, di crescere. Sempre relegato sull’“Isola (della notorietà) che non c’è”. Continuamente impegnato in scontri fratricidi e lotte contro nemici virtuali.
Qualcuno, in realtà, ha anche tentato di rompere l’incantesimo. Magari proponendo una sceneggiatura adatta a ruoli più adulti e “reali”. Come quello nella pellicola “Cava Città del Folklore”, uscita nelle sale oltre tre anni fa, ma che per gli incassi ottenuti ben figurerebbe nell’“Invisible Film Fest”, rassegna dedicata al cinema invisibile. O ancora l’altro nella possibile futura produzione “Fondazione sul Folklore”. Ma gli interpreti cittadini ed i loro “produttori” (tra cui la casa cinematografica “Palazzo di Città”) hanno sempre preferito ripiegare su ruoli meno impegnativi.
Arrivato spesso ad un passo dalla svolta ed a pochi ciak dalla ribalta nazionale, il folklore metelliano ha più volte “rinculato”. E come Peter Pan, ha sempre voluto - magari inconsapevolmente - continuare a rimanere bambino. Ma per rendere ancor più credibile l’interpretazione del magico personaggio manca una dote fondamentale all’universo folkloristico cavese: la capacità di volare. Di librarsi al di sopra di individualismi e faziosità per svincolarsi dagli angusti confini cittadini. Una dote, però, difficile da apprendere. Ed ancor più da mettere in pratica. Ecco perché, probabilmente, il film del “Folklore made in Cava” può concorrere esclusivamente all’Oscar per il maggior numero di comparse.
Lello Pisapia (tratto dal periodico “Carpe Diem...”)
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