Tu sei qui: CronacaGruppo Silba e Piano di Zona, il dramma lavoro scende in piazza
Inserito da (admin), giovedì 5 dicembre 2013 00:00:00
Sono scesi in piazza ieri mattina a Cava de’ Tirreni, e nel pomeriggio a Roccapiemonte, i lavoratori del gruppo Silba per far sentire la loro voce a causa della mancata corresponsione degli stipendi ormai da oltre tre mesi. La lunga giornata di protesta è cominciata in mattinata, quando i lavoratori si sono dati appuntamento dinanzi a “Villa Alba”, una delle tre strutture di riabilitazione gestite dalla società Silba insieme a “Villa Silvia” ed al “Centro Montesanto” a Roccapiemonte, per poi raggiungere in corteo il Palazzo di Città metelliano.
«Il motivo della protesta è quello atavico - ha spiegato il coordinatore provinciale del comparto sanità della Cgil, Angelo Di Giacomo - cioè il fatto che l’azienda non provvede al pagamento degli stipendi, mettendo a suo carico delle ragioni che noi non riusciamo a capire, anche se percepisce regolarmente i pagamenti dalla Regione. Dopo tante belle parole, adesso vogliamo i risultati. Dobbiamo rimarcare che, con piacere dei lavoratori, c’è stata la compattezza dei sindacati Cgil, Cisl ed Uil. Insieme stiamo valutando le mosse da fare, previste dal contratto e suffragate da legalità. Se dopo queste 48 ore di sciopero non ci saranno risultati, procediamo con la serrata generale».
«La storia recente di questo gruppo - ha dichiarato invece Massimo Ferrentino, Rsa della Cgil - è caratterizzata da promesse mai mantenute. È necessario considerare anche il punto di vista drammatico di molte famiglie monoreddito e che, con tre mensilità arretrate, stanno purtroppo deviando e facendo ricorso a situazioni poco piacevoli». Duro anche il commento del segretario generale della Uil Sanità, Antonio Malangone: «Siamo stanchi di subire questi soprusi relativi al mancato pagamento dello stipendio, come prevede anche la Costituzione. Siamo di fronte ad un dramma sociale davvero elevato, per questo siamo qui a gridare che c’è la necessita di azzerare gli stipendi arretrati, altrimenti continueremo a protestare».
A manifestare la sua solidarietà ai lavoratori del gruppo Silba, partecipando con loro al corteo, c’era anche l’ex sindaco Luigi Gravagnuolo: «Questo di Villa Alba è uno stillicidio che si ripete periodicamente ed è assolutamente intollerabile che l’azienda, l’Asl e le Istituzioni preposte non trovino una soluzione stabile a garanzia degli ammalati e dei dipendenti».
Giunti in Piazza Abbro, i sindacati sono riusciti ad avere un faccia a faccia con l’assessore alle Politiche sociali, Vincenzo Lamberti. «Abbiamo ottenuto la convocazione di un tavolo tecnico presso la V Commissione consiliare della Regione Campania, che dovrebbe tenersi la prossima settimana. Dalla proprietà - ha proseguito l’assessore Lamberti - mi hanno assicurato che entro l’inizio della prossima settimana sarà pagata una mensilità. Mi auguro che entro la metà di dicembre sarà liquidata anche la mensilità di novembre».
Nel pomeriggio la protesta dei lavoratori si è trasferita a Roccapiemonte. «La manifestazione di sciopero a sostegno del diritto dei lavoratori della Silba a vedersi garantito lo stipendio è ampiamente riuscita - ha dichiarato Antonio De Sio, coordinatore della sanità privata della Cisl Fp - È opportuno che l’azienda trovi strategie risolutive a breve e che nel concreto si possa arrivare ad una disamina dello scempio che si sta determinando nel delicato settore socio-assistenziale».
Valentino Di Domenico - Metropolis
Prosegue la protesta delle operatrici sociali del Piano di Zona
Prosegue la protesta delle circa 35 operatrici sociali in servizio al Piano di Zona S2 che rischiano di perdere il lavoro, dal momento che per il 2014 non dovrebbero essere rinnovati i loro contratti. Anche ieri pomeriggio, in occasione della riunione del Coordinamento Istituzionale del Piano di Zona, al quale hanno preso parte i sindaci dei Comuni che rientrano nell’Ambito S2 (Cava e Costa d’Amalfi), le operatrici sociali hanno inscenato un sit-in dinanzi al Palazzo di Città metelliano.
Accanto alle operatrici sociali c’erano anche il segretario generale della NIDIL CGIL, Antonio Capezzuto, ed il segretario generale della UILTEMP, Pierluigi Estero. «Siamo qui per sollecitare il Coordinamento Istituzionale affinché si possa finalmente comprendere con chiarezza quale sia l’orientamento dei componenti del Coordinamento per l’anno 2014 circa i rinnovi contrattuali dei lavoratori in organico al Piano, per il quali i propri contratti scadranno il 31 dicembre. Il pericolo paventato in questi giorni - hanno spiegato Estero e Capezzuto - è che dal 2014 i contratti non saranno prorogati, pertanto potrebbe verificarsi la totale paralisi dei servizi sociali su tutto il territorio interessato. È impensabile non garantire il lavoro e la continuità dei servizi sul territorio, svolti da più di 10 anni dagli operatori: assistenti sociali, pedagogisti, animatori di comunità, psicologi e sociologi che, oltre alla riconosciuta professionalità, negli anni hanno anche stabilito un rapporto diretto con l’utenza, elemento essenziale in un settore così delicato come quello dei servizi sociali alla persona. La paralisi dei servizi sociali comporterebbe problemi di ordine sociale, sia per chi presta il proprio lavoro sul territorio, sia per i territori stessi, che si vedrebbero privati dei servizi essenziali. È giunto il momento nel quale la politica locale deve assumersi le proprie responsabilità, non solo verso le famiglie degli operatori, che senza rinnovo si vedrebbero private del proprio reddito, ma anche nei confronti dei cittadini-utenti, i quali nell’attuale situazione, amplificata dal momento di crisi sociale che attraversa il nostro territorio, rischiano di essere privati anche dei servizi sociali essenziali destinati alla persona», hanno concluso i due sindacalisti.
Dalla riunione del Coordinamento Istituzionale, però, non sarebbero emerse buone notizie per le operatrici sociali, dal momento che sul rinnovo dei loro contratti incombe lo sforamento del parametro del 10% del Fondo unico d’Ambito, oltre al fatto che alcuni Comuni della Costiera Amalfitana non sarebbero disposti a versare la loro quota.
Valentino Di Domenico - Metropolis
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