Tu sei qui: CronacaGli imprenditori con l'hobby...dell'usura
Inserito da (admin), giovedì 25 giugno 2009 00:00:00
Facevano gli strozzini come secondo lavoro. Persone al di sopra di ogni sospetto, colleghi delle loro stesse vittime, affiancavano alla loro attività quotidiana una sicuramente più redditizia, quale appunto lo strozzinaggio, concedendo prestiti con tassi d’interesse superiori al 50% annuo.
La banda dei 4 usurai sgominata dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Cava de’Tirreni, diretta dal Comandante Donato Affinito, ufficialmente era impiegata nel settore edile. A capo della gang un imprenditore 70enne di Roccapiemonte, M.G., al cui seguito vi erano il costruttore 58enne P.L., il geometra 47enne R.G., entrambi di Nocera Superiore, ed il 48enne cavese R.C.
I 4 indagati sceglievano le loro vittime tra i propri conoscenti: imprenditori in difficoltà con un estremo bisogno di denaro liquido. Si mostravano comprensivi e disponibili ad offrire somme che le banche o gli istituti finanziari concedono solo dietro garanzie. Una trappola nella quale è caduto anche un ristoratore cavese, il quale, non riuscendo ad ripagare il prestito, dal momento che il debito lievitava sempre più, e ricevendo continue minacce di morte, ha deciso coraggiosamente di denunciare l’accaduto.
Le indagini, iniziate 6 anni fa, sono state estese in diversi Comuni dell’Agro nocerino-sarnese, con vittime altri imprenditori e commercianti accalappiati seguendo lo stesso copione. Ora sono sotto sequestro ed al vaglio degli inquirenti le agende telefoniche degli indagati.
Il caso di usura scoperto a Cava de’Tirreni dalla Guardia di Finanza, dunque, ha riacceso i riflettori sul fenomeno, che la crisi economica degli ultimi tempi ha reso ancora più dilagante e pericoloso.
Il rischio di finire nel vortice degli strozzini riguarda un po’ tutti: imprenditori, commercianti e famiglie, messe alle strette dalle difficoltà quotidiane. A lanciare l’allarme sono le associazioni di categoria e la Camera di Commercio di Salerno, consapevoli del fatto che in un momento di vulnerabilità e scoramento il ricorso agli usurai può apparire come l’unica via d’uscita.
«La crisi economica è più nera del previsto - afferma Aldo Trezza, presidente della Confesercenti cavese - Dopo la chiusura estiva molti negozi non riapriranno, perché non riescono più a sostenere le spese. I costi aumentano, gli affari calano e le restrizioni bancarie per accedere al credito sono sempre più rigide. Allora, la tentazione di rivolgersi ad uno strozzino si fa più forte. Ma una volta caduti nella rete, è la fine».
«La crisi dei consumi con il sopraggiungere dell’euro ed i comportamenti delle banche hanno mandato in tilt tutti i settori. Cosciente del forte rischio di usura, la Camera di Commercio, in collaborazione con Confesercenti, si è fatta garante delle imprese nei confronti degli istituti di credito, per garantire l’accesso al credito e l’abbattimento degli alti tassi d’interesse», dichiara Enrico Bottiglieri, membro della Giunta della Camera di Commercio.
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