Tu sei qui: CronacaGestione pubblica dell'acqua, si alza l'onda delle polemiche
Inserito da (admin), mercoledì 13 maggio 2015 00:00:00
Chiamata alle armi del portavoce dell’associazione “Davide contro Golia”, Mario Farano, che ha invitato i 10 candidati a sindaco a sottoscrivere un documento con il quale si impegnano a lavorare per la trasformazione di Ausino, la società che si occupa della gestione del servizio idrico, in azienda speciale consortile ed ente di diritto pubblico. 8 su 10 hanno accettato l’invito, affermando di essere “a favore della gestione pubblica dell’acqua”. I candidati a sindaco Renato Aliberti, Cettina Capuano, Massimiliano Di Matteo, Marco Galdi, Armando Lamberti, Michele Mazzeo, Marco Senatore ed Enzo Servalli si sono inoltre impegnati, in caso di elezione, ad “avviare la procedura di trasformazione di Ausino Spa in azienda speciale consortile di diritto pubblico ed a contrastare distacchi idrici, soprattutto per le famiglie in gravi condizioni economiche”.
Peraltro, come sottolineato da Farano, l’impegno sottoscritto significherebbe «dare attuazione alla delibera del Consiglio comunale del 2 agosto 2012, che fu il frutto di un percorso condiviso e trasversale a partiti ed associazioni, riuniti nel Coordinamento per Acqua Bene Comune Ausino». L’impegno formale richiesto da Farano ai candidati, in tempi di campagna elettorale, è consequenziale alla constatazione che «l’Ausino si comporta come una società non più controllata dai Comuni. Tanto che, senza che i Comuni soci ne vengano informati, accumula perdite milionarie. Infatti il capitale è ridotto, per perdite, di 1.027.338 euro, scendendo da 1.914.027 a 886.689 euro».
Inoltre, «l’Ausino si assume le perdite di una società decotta e ne acquista azioni per centinaia di migliaia di euro, di cui a debito 255.923, per i quali Ausino si impegna con una rateizzazione fino a dicembre 2020». Secondo il portavoce, le improvvide azioni di Ausino «gravano sull’utenza, soprattutto su quella più disagiata, che, come nel caso di Vietri, subisce comportamenti del tipo di quelli utilizzati dalla famigerata Gori». Da qui una riflessione: «Ausino è una società per azioni i cui soci sono 22 Comuni ed è affidataria del servizio idrico integrato in 26 Comuni (Cava ed i Comuni della Costiera Amalfitana). Trasformandola da società per azioni con scopo di lucro in azienda speciale consortile, Ausino andrebbe sotto il controllo effettivo dei Comuni soci. Anche i cittadini, inoltre, potrebbero esercitare quel controllo sull’operato dell’azienda».
La replica dell’Ausino: «La gestione dell’acqua a Cava de’ Tirreni è già pubblica»
«Il giorno 13.05.2015 è apparso sul quotidiano “La CITTA” un articolo dal titolo “I candidati d’accordo: Gestione dell’acqua deve essere pubblica”. Nell’articolo sono riportate affermazioni e dichiarazioni del portavoce dell’associazione “Davide contro Golia”, sig. Mario Farano, non veritiere e diffuse con l’obiettivo di confondere le idee degli utenti, soprattutto nel momento contingente, imperversando una campagna elettorale. Tale clima elettorale induce i candidati sindaci ad accettare la sottoscrizione di documenti infarciti di slogan e luoghi comuni che nulla hanno a che vedere con i paventati rischi di privatizzazione della gestione del servizio idrico integrato. Il sig. Farano diffonde notizie non supportate giuridicamente che hanno indotto i candidati sindaci a sottoscrivere un documento, la cui attuazione comporterebbe per l’Ausino S.p.a. la perdita di un requisito essenziale per il rispetto delle condizioni di affidamento del s.i.i. (ndr, servizio idrico integrato) nel subambito Costa d’Amalfi, con il conseguente rischio di subentro di una gestione privata, che certamente opererà solo con lo scopo di perseguire utili e che sfuggirà al controllo dei Comuni.
Sono anni che si cerca di far comprendere che:
a) l’Ausino S.p.a. è una società di capitale pubblico, partecipata da 22 Comuni, il cui capitale non è stato versato dai soci, ma è stato valutato, oltre dieci anni fa, all’atto della trasformazione da azienda speciale in s.p.a., determinando la potenziale redditività dell’attività di gestione del servizio idrico integrato;
b) nel 2003 Ausino Spa, allora azienda speciale consortile, fu trasformata in società pubblica di diritto privato, al fine di consentire alla stessa di gestire il ciclo idrico integrato nella Provincia di Salerno. Difatti la normativa nazionale e comunitaria vigente prevedeva, come prevede ancora oggi, che l’affidamento della gestione del s.i.i. “in house” è possibile solo a società pubbliche di diritto privato;
c) l’Ausino S.p.a., per sottoscrivere la convenzione di gestione del s.i.i. con l’Autorità d’Ambito Sele, e quindi per non essere soppressa o assorbita da altre società, probabilmente private, da selezionare con gara pubblica europea, ha dovuto conservare lo status di società pubblica di diritto privato e modificare lo statuto introducendo i seguenti vincoli, a garanzia di una gestione pubblica senza la ricerca di utili di gestione:
1) la partecipazione alla società è riservata ai soli Enti Pubblici (art. 6);
2) l’impossibilità di ripartizione degli utili, prevedendo che gli stessi vengano reinvestiti nelle attività della società (art. 25);
3) oltre al controllo già esercitato da parte dei soci e dall’Autorità d’Ambito è stato introdotto il cosiddetto “controllo analogo da parte degli Enti locali che partecipano alla società” (art. 30);
d) tali modifiche, prima di essere adottate, furono oggetto di ampie discussioni pubbliche, nate anche a seguito dell’adozione della delibera di Consiglio Comunale menzionata dal Farano, la n. 107 del 02.08.2012, e sancite definitivamente con la successiva delibera di Consiglio Comunale n. 145 del 05.11.2012. Difatti la modifica statutaria avvenne il 12.11.2012 e la convenzione di gestione del s.i.i. poté essere sottoscritta in data 15.11.2012.
Appare quindi assurdo e pretestuoso che oggi, a valle di reiterate discussioni e polemiche nonché complesse procedure che hanno portato a raggiungere una configurazione societaria a garanzia della gestione pubblica dell’acqua, si ricominci, ancora una volta, a disquisire di un argomento ormai superato, portandolo, tra l’altro, alla ribalta durante la campagna elettorale per incomprensibili motivi.
Pertanto, confutando l’intero contenuto delle dichiarazioni del portavoce dell’associazione “Davide contro Golia”, corre l’obbligo di chiarire che:
- Le società di capitale pubblico soggiacciono a tutte le regole che si applicano per gli Enti locali, quindi non trovano fondamento le dichiarazioni secondo le quali l’Ausino S.p.a. si comporterebbe “come una società non più controllata dai Comuni. Tanto che, senza che i Comuni ne vengano informati, accumula perdite milionarie......”;
- I Comuni sono sempre informati di tutti gli atti che riguardano il bilancio, sia perché i medesimi possono accedere alle informazioni in ogni momento sia perché, in quanto soci, vengono chiamati a votare il bilancio, in cui sono esposte tutte le informazioni necessarie a comprendere ogni aspetto significativo dell’attività svolta.
- La riduzione di capitale che è stata, ad arte, tirata in ballo per insinuare nel lettore il dubbio che la società moltiplica perdite per milioni di euro, è stata deliberata a seguito di una sentenza emessa dal Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche alla fine del 2010, per un contenzioso nato oltre venti anni fa allorquando l’ex Consorzio dell’Ausino (allora Ente locale) fu citato in giudizio dall’ENEL per un importo di oltre 20 miliardi di lire, importo ridotto drasticamente in sentenza (€ 1.027,338), la quale ha visto soccombente in solido anche la Regione Campania.
In merito poi all’affermazione del sig. Farano che “Ausino si assume le perdite di una società decotta e ne acquista……”, corre l’obbligo chiarire che la società è la S.I.I.S. S.p.A., che gestisce nel territorio d’ambito assegnato la depurazione, segmento finale del ciclo idrico integrato. Ausino S.p.A., quindi, in quanto gestore, è obbligato a garantire oltre che i servizi di captazione, adduzione, distribuzione e fognatura, anche quelli della depurazione. Pertanto, Ausino SpA, sotto la regia dell’Autorità d’Ambito Sele, organo che esercita il controllo analogo sulle società affidatarie del s.i.i., intervenuta anche finanziariamente nel processo, ha partecipato insieme con le altre società che fruiscono del servizio di depurazione al ripiano delle perdite e alla ricostituzione del capitale sociale, impegnandosi a rilevare le ulteriori quote di propria spettanza entro il 2020. Con tale operazione si è garantita la continuità del servizio obbligatorio di depurazione per le utenze che recapitano le acque reflue nel depuratore consortile di Salerno, gestito da S.I.I.S. S.p.a., a tutela della salute pubblica e per ovvi motivi di tutela dell’inquinamento del mare.
Non sembra, inoltre, che avviare le procedure di distacco alle utenze commerciali morose, attività attualmente in corso, sia un comportamento coercitivo, ancor più perché una società di capitale pubblico non può subire danno erariale per inerzia degli amministratori».
Il Presidente, Avv. Matilde Milite
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