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Cronaca

Furti di opere d'arte, recuperata la collezione De Angelis

Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 11 marzo 2002 00:00:00

Monete, lucerne, crateri della Necropoli campana, ed ancora, frammenti bronzei di epoca medioevale. La collezione De Angelis, rubata qualche mese fa nella villa di Santa Maria di Castellabate, è stata finalmente recuperata nella sua interezza: gli ultimi pezzi - gli altri furono trovati lo scorso 23 gennaio in una villa di Cava - erano anch'essi «custoditi» in altre abitazioni private del centro metelliano. L'operazione, condotta dalla Compagnia dei Carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio culturale (diretto ai vertici romani dal generale Roberto Conforti), d'intesa con le Soprintendenze interessate, smaschera, così, un traffico milionario di opere d'arte (valore complessivo di oltre 530mila euro), tutto racchiuso in pochi chilometri di distanza. Non solo tesori del passato, ma anche opere d'arte contemporanee, tra cui 7 sculture in bronzo, 112 disegni e due dipinti a china di Renato Barisani, rubati nel suo laboratorio l'ottobre scorso. I furti sarebbero stati messi a segno da bande di extracomunitari in ville della provincia e piazzate sul mercato nero da abili ricettatori. Dal procacciatore di pezzi di valore al possibile cliente, con il traffico di opere d'arte che disegna nuove frontiere e che vede Cava al confine di un giro di affari illegali, forse secondo solo a quello della droga. Le indagini riguardano anche altri centri della Campania, come Pozzuoli, San Giorgio a Cremano e la stessa Napoli. Alla scoperta dei punti di smistamento della refurtiva ha contribuito un accurato lavoro investigativo, che ha visto una fase decisiva, qualche mese fa, con l'arresto di una banda di croati, specializzata nel furto di mobili antichi ed opere d'arte. I colpi erano stati messi a segno in ville del Cilento: Agropoli, Casalbuono e Padula. Dagli accertamenti tecnici, eseguiti dall'Unità scientifica dell'Arma, i militari sono riusciti a ricostruire alcune rotte del vasto mercato nero. Hanno raccolto prove, impronte, testimonianze fino all'ultima mossa: le perquisizioni effettuate in alcune abitazioni sospette. Tra le città base per lo smercio c'era anche Cava. Custodite in eleganti ville c'erano i pezzi d'arte: tutti reperti antichi, tra i quali 315 monete risalenti al IV-V secolo a.C., 188 tra lucerne e crateri provenienti dall'area della Necropoli campana, numerosi frammenti bronzei di epoca medievale. I proprietari sono stati denunciati per ricettazione. Si allunga, così, la lista dei ritrovamenti: appena qualche settimana fa, in località Dupino, gli agenti della Polizia locale fermarono un furgoncino, dove furono rinvenuti pezzi di antiquariato, tra cui alcuni mobili antichi. L'autista riuscì a fuggire, scegliendo come via di fuga la campagna. Cava come base di smercio? La città vive anche un'altra triste realtà: quella dei furti al suo ricco patrimonio artistico, con ben 35 colpi in 31 anni, secondo le ultime stime, che vedono come principali obiettivi le chiese. Indenne neanche il Comune, dove furono rubate preziose tele, recuperate poi nel gennaio del '98.

La rotta del mercato clandestino ha come base la città metelliana

Alla scoperta del colossale traffico di opere d'arte in provincia di Salerno ha contribuito l'arresto di quattro malviventi, tutti di nazionalità croata - Patrik e Sakar Amitravici, Maristz Armisevic e Slobodan Djarkevic - eseguito lo scorso gennaio dalla Compagnia di Sala Consilina. La banda, specializzata in furti d'opere d'arte, fu acciuffata a Padula, dopo che aveva tentato di sottrarre dei mobili antichi da una casa privata di Casalbuono. Gli accertamenti, svolti dall'Unità scientifica dell'Arma, ha condotto gli investigatori su un'importante pista, che porterebbe ad un colossale traffico di opere d'arte rubate e ad un fiorente mercato nero.

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