Tu sei qui: CronacaFra' Gigino rinviato a giudizio per le lacrime del Bambinello
Inserito da (admin), mercoledì 12 febbraio 2014 00:00:00
Abuso della credulità popolare. È questa l’ipotesi di reato per la quale fra’ Gigino Petrone il prossimo 3 marzo dovrà comparire in giudizio dinanzi al giudice monocratico Passaro del Tribunale di Salerno.
È arrivata, dunque, la citazione in giudizio per il Rettore del Santuario di San Francesco e Sant’Antonio. Le lacrime di sangue riscontrate sul volto del Bambinello, secondo le ipotesi del sostituto procuratore Roberto Penna, benché non ci siano dubbi che si tratti di sangue umano, non avrebbero seguito il normale percorso legato alla forza gravitazionale. Ovvero: non sarebbero uscite dagli occhi per scorrere verso il basso. Anzi, avrebbero preso direzioni strane ed il docente cattolico di Fisica scelto come consulente della Procura avrebbe riscontrato anche alcuni schizzi verso l’alto. Forse, ma questo nell’atto di citazione in giudizio non è precisato, come se il sangue fosse stato spruzzato da una siringa senza ago.
Continua, dunque, la storia del “miracolo” che ha portato alla ribalta il Santuario cavese. Il Bambinello, ovvero la statua di Gesù Bambino seduto su un trono, intanto resta nella mani del frate, dopo il dissequestro disposto dal Riesame tre mesi dopo il provvedimento del pm Penna. Una statua che, stando alla ricostruzione dei fatti operata dai Carabinieri e fatta propria dalla Procura, sarebbe stata sempre sotto il rigido controllo di fra’ Gigino, dall’atto dell’acquisto a Gerusalemme fino alla notte tra il 22 ed il 23 ottobre del 2010, quando, proprio la notte che frate e statua sono rientrati a Cava de’ Tirreni dalla Terra Santa, sarebbe avvenuto il miracolo.
Subito dopo il sequestro probatorio, la statua fu consegnata ai Carabinieri del Ris e sottoposta, su richiesta del pm, ad una radiografia per verificare se all’interno vi fossero tubicini o meccanismi per pompare il sangue. Ma la statua risultò “pulita”. Di qui uno studio fisico per approfondire le modalità di fuoriuscita del sangue. A sua difesa fra’ Gigino ha sempre sostenuto che il sangue in questione era del gruppo AB, quello che solitamente compare in caso di miracolo. Cosa, questa, che lo stesso Rettore Petrone scrisse in una lettera aperta, sostenendo che erano state proprio le analisi eseguite sul sangue a rappresentare la prova dell’evento miracoloso. Per gli inquirenti, invece, quel sangue non aveva nulla di soprannaturale: secondo la tesi della Procura, i miracoli ripristinano ciò che è e questo sarebbe incompatibile con la direzione delle lacrime ed i segni lasciati sulla statua.
Bisogna ora vedere cosa dirà al giudice fra’ Gigino, che non ha mai chiesto di essere sentito durante la fase investigativa. Intanto, le contestazioni mosse all’indagato sono tre e riguardano l’esposizione per tre volte della statua, anche ad indagini in corso, dopo il dissequestro. A corredo delle proprie tesi, la Procura di Salerno ha portato anche un servizio televisivo della Rai, nel quale venivano intervistate diverse persone che a quel miracolo credevano ed a quella statua chiedevano una grazia.
Petronilla Carillo - Il Mattino
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