Tu sei qui: CronacaFare sport a Cava, un'impresa difficile
Inserito da Lello Pisapia (admin), mercoledì 27 giugno 2001 00:00:00
Allenatore di pallavolo da 18 anni; istruttore C.A.S. (Centri di Avviamento allo sport); arbitro nazionale C.S.I. (Centro Sportivo Italiano) e docente arbitri nella sezione di Cava: è il prestigioso curriculum di Gerardo Quarello (36 anni, nella foto a lato), attualmente allenatore dell'Associazione Giovanile "San Giuseppe al Pozzo". Più specificamente, alla sua competenza sono affidate la squadra femminile che partecipa alla seconda divisione (foto al centro) e quella delle "allieve" (under 15, foto in basso). Queste ultime, dopo aver vinto il titolo regionale C.S.I., hanno conseguito un brillante 6° posto nella Fase Nazionale Allieve, svoltasi la settimana scorsa a Cesenatico.
Un uomo di sport, dalla notevole esperienza e dalle riconosciute capacità: Gerardo Quarello è l'interlocutore ideale per affrontare la scottante tematica dell'impiantistica sportiva metelliana.
"Premesso innanzitutto che la mia analisi è prevalentemente limitata allo sport di cui mi occupo - precisa Quarello - posso tranquillamente affermare che la situazione non può certo definirsi ideale. Le palestre, in effetti, per poterci allenare e giocare non mancano, ma si tratta di strutture che andrebbero gestite in modo diverso e, soprattutto, rese più funzionali. Limitatamente al caso nostro, ad esempio (noi ci alleniamo nella palestra delle Scuole Elementari di San Nicola a Pregiato), mi preme sottolineare che non disponiamo delle docce e molte volte abbiamo avuto notevoli problemi anche per l'erogazione della corrente elettrica. Sarebbero opportuni, quindi, interventi in tal senso; non dico che ci sia totale indifferenza verso questi problemi da parte dell'amministrazione, ma i tempi d'azione sono troppo lunghi. Un altro aspetto da migliorare al più presto è quello relativo al rapporto con i presidi delle scuole, troppo restii a concedere le palestre, come pure imporrebbero - osserva il nostro interlocutore - precise disposizioni in materia".
Evidenziate alcune priorità da affrontare urgentemente, analizziamo in che modo si potrebbe agire per migliorare la situazione. "Senza dubbio - afferma Gerardo Quarello - una soluzione ottimale potrebbe essere quella di affidare la gestione delle palestre direttamente alle società sportive, che sarebbero più responsabilizzate, oltre che disposte a pagare qualcosa in più pur di avere delle strutture efficienti e funzionali. Inoltre, in questo modo si potrebbe anche evitare quell'incresciosa situazione che si ripete all'inizio di ogni stagione agonistica: la tormentata fase relativa alla riassegnazione delle palestre, che rappresenta un dramma per tutte le società".
Ma quali sono le concrete e reali aspettative future, anche in rapporto alle esperienze precedenti ed alle realtà limitrofe?
" In merito a ciò - confessa Gerardo Quadrello - non posso che dichiararmi un pessimista convinto. Mi auguro che la nuova amministrazione possa smentirmi, ma già in passato le speranze sono state più volte mortificate. Ricordo, ad esempio, che con l'avvento del sindaco Fiorillo la situazione sembrò decisamente migliorare, ma si trattò di una breve e pura illusione. Ben presto si tornò allo standard classico (cioè molto basso) di sensibilità verso queste problematiche, aggravatesi con il moltiplicarsi delle società sportive e, quindi, delle esigenze in tal senso. Ma probabilmente il nocciolo della questione risiede altrove, più precisamente in una diffusa e generalizzata "mentalità ristretta" relativa al concetto di "sport". Ciò emerge chiaramente anche dal confronto con le realtà limitrofe, che certo non possono dirsi esenti da tali problematiche (una città come Salerno, ad esempio, non ha un vero e proprio Palazzetto dello Sport). Ed allora bisogna risalire a monte della questione: lo sport svolge nell'attuale tessuto sociale una funzione così importante che esso dovrebbe essere trattato nelle scuole come una materia di dignità pari alle altre, non come un semplice ripiego o un modo per evitare le ore di lezione. Ma il mio, forse, è solo un sogno, se confrontato con il modo di operare che ci caratterizza. La programmazione rappresenta un termine dal significato oscuro per realtà come la nostra; basti pensare che sono stato accusato - chiude amaramente Gerardo Quarello - di essere troppo professionale. Quasi si trattasse di un difetto...".
Strutture sportive tenute e gestite male; una mentalità ristretta; totale assenza di un'educazione sportiva: beh, quello tracciato dal nostro interlocutore è proprio un quadro incoraggiante!!!
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