Tu sei qui: Cronaca‘Fabrizio, torna presto'
Inserito da (admin), mercoledì 10 marzo 2004 00:00:00
Telefonate e messaggi a non finire. Dalle lettere già pronte per essere consegnate, quando potrà finalmente leggerle, agli sms indirizzati al cellulare dei familiari, fra cui quello augurale del suo compagno di banco: «Ti aspetto, torna presto». Da quando hanno saputo che nel reparto di Cardiochirurgia pediatrica del "Monaldi", a Napoli, Fabrizio sta lottando la più importante battaglia della sua vita con un cuore nuovo, donato da un 14enne di Siracusa, i suoi amici fanno a gara per incoraggiarlo e sostenerlo, anche se per adesso possono chiedere notizie delle sue condizioni solo attraverso i suoi cari. Gli sono stati sempre vicini in questi anni di sofferenza, ed ora che la speranza di una vita nuova è divenuta realtà, non riescono a trattenere i loro slanci di affetto. Ieri mattina, nella II E della scuola media di San Pietro, c'era un'atmosfera di gioia, quasi come prima di una vacanza. «Siamo felici per Fabrizio. Siamo una classe molto unita - dicono due sue compagne - e ci aiutiamo a vicenda. Sapevamo che i problemi di Fabrizio erano più seri di quelli dei ragazzi della nostra età. Anche in occasione delle feste avevamo sempre un pensiero per lui, cercavamo di fargli sentire il nostro affetto. Ora che abbiamo saputo che potrà guarire, si è esaudito un nostro desiderio». Intervengono altri due compagni: «Quando tornerà a casa, dobbiamo organizzare una grandissima festa di benvenuto». Fabrizio soffriva dalla nascita di una miocardiopatia dilatativa, scaturita da un'insufficienza aortica massiva. Secondo i medici napoletani che lo tengono in cura, il suo cuore funzionava al 15 per cento delle possibilità e la sua unica salvezza era il trapianto. «La famiglia di Fabrizio - dice la signora Rita, che abita pure lei a San Pietro - ha sempre superato con grande discrezione e compostezza anche i momenti più difficili. Sono persone eccezionali». Il papà di Fabrizio, Michele Santoriello, e la mamma, Immacolata Massa, da domenica sera sono a Napoli. 12 ore di attesa, tanto è durato il loro calvario. Alle 5 di lunedì mattina le porte della sala operatoria si sono finalmente aperte e, dopo 2 ore, Fabrizio aveva un cuore nuovo. Il trapianto, eseguito dall'équipe di Cardiochirurgia pediatrica, diretta dal prof. Carlo Vosa, è riuscito. A casa, a San Pietro, sono rimasti i due fratelli di Fabrizio, affidati alle cure dei parenti. I genitori non si sono allontanati neanche un attimo dal "Monaldi". «I medici dicono che sta andando tutto per il verso giusto. Fabrizio - assicurano i familiari - sta reagendo bene al trapianto. I tempi della ripresa, però, sono lunghi. Ora è ancora intubato, poco a poco riprenderà a respirare spontaneamente e lascerà anche la stanza di terapia intensiva».
L'ALTRO CASO
Appena un mese fa, un neonato cavese fu strappato alla morte grazie all'intuizione di un pediatra dell'ospedale "Santa Maria dell'Olmo", che gli diagnosticò una malfomarzione congenita: coartazione dell'aorta. I genitori avevano lasciato l'ospedale di Castellammare solo qualche giorno prima, senza sapere che il piccolo era affetto da una grave malformazione che può portare alla morte. Nella notte, uno scompenso cardiaco lo aveva trascinato in uno stato di choc, che gli poteva essere fatale. Ma l'intuito dei pediatri dell'ospedale "Santa Maria dell'Olmo" gli ha salvato la vita.
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