Tu sei qui: CronacaEx-opificio Di Mauro, ancora incertezze
Inserito da La Redazione (admin), lunedì 2 febbraio 2009 00:00:00
Non sembra trovare soluzione la controversa vicenda dell'ex-opificio Di Mauro, di recente rilevato dal patron di Cavamarket, Antonio Della Monica.
Dopo la bocciatura venuta dall'esperto Alessandro Dal Piaz, il cui parere peraltro era stato richiesto dallo stesso Comune per aggirare i vincoli del Piano Urbanistico Territoriale(Put), che ,in pratica, vietava la riconversione di quell'area per attività terziarie, una nuova “tegola” si abbatte sull'amministrazione comunale.
Tutto sospeso, quindi, almeno fino al 6 febbraio quando si tenterà di fare il punto della situazione, con il Comune deciso a giocarsi “l'asso” che potrebbe finalmente dare il via all'ambizioso progetto dell'architetto giapponese Kengo Kuma che, in quell'area, ha intenzione di costruire una sorta di centro direzionale, con uffici, negozi, luoghi di intrattenimento e chi più ne ha più ne metta.
La soluzione potrebbe venire dall'articolo 13 della legge regionale del 2007, secondo il quale, se esiste “un interesse pubblico”, si può anche derogare a quanto stabilito dal Put. Ne è convinta l'assessore all'Urbanistica, Rossana Lamberti, secondo la quale l'interesse pubblico di cui parla l'articolo 13, sarebbe da intendere in un ottica di sviluppo che “consentirebbe alla città di riappropriarsi di spazi da sempre negati ai cittadini”.
Innegabili, infatti, sarebbero secondo l'assessore Lamberti, i vantaggi che deriverebbero dalla riqualificazione dell'ex-area Di Mauro, un progetto grazie al quale sarebbe possibile non solo allargare Via Veneto ma anche rendere percorribile, tramite due vie di accesso, lo spazio interno della ex-Di Mauro. Tutto questo senza contare il fatto che il progetto di Kuma consentirebbe di dotare la città di nuove attività produttive e dunque di un'importante opportunità di sviluppo e di innovazione che, secondo l'assessore, non possono che qualificarsi come “interesse pubblico”.
L'idea è, quindi, quella di aggirare gli ostacoli e il tortuoso iter burocratico che, invece, si dovrebbe seguire secondo la richiesta di revisione del Put, un progetto che, sempre secondo la Lamberti, “è valevole soprattutto per le piccole cittadine della costiera amalfitana, ma non di certo per una realtà territoriale come quella cavese”. Nel frattempo a stare “sulle spine” sono soprattutto i circa 60 lavoratori della ex-Di Mauro, da tempo in cassa integrazione, ai quali Della Monica aveva promesso la ricollocazione lavorativa nelle proprie attività. Per il momento solo otto di questi, per i quali era terminata la mobilità, c'è stato l'assorbimento, nel dicembre scorso, nel gruppo Cavamarket, mentre per gli altri il futuro rimane ancora incerto.
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