Tu sei qui: CronacaEredità contesa, si inasprisce la lotta
Inserito da (admin), giovedì 20 gennaio 2005 00:00:00
Rinviata al 2 febbraio la prima udienza per decidere la sorte del testamento Margadonna. E' stata la cugina Amalia Baldi, da anni residente a Grosseto, a chiedere l'annullamento del testamento. Adolfo Margadonna, pensionato delle Poste, uomo solo, amante dei cani (un bastardino per amico, altri lo aspettavano tutti i giorni per la quotidiana razione di cibo), con l'anima raccomandata a San Francesco e Sant'Antonio, patroni della Chiesa del Convento di San Francesco, dove passava gran parte del tempo libero, ha lasciato eredi universali i frati del Convento di San Francesco, con in dote l'appartamento di proprietà in pieno centro. I monaci hanno già venduto l'immobile, sembra per circa 150mila euro, per finanziare la ricostruzione della grande Chiesa. 36mila euro Margadonna li ha destinati al suo amico veterinario Emilio Maddalo, per continuare a dare assistenza ai suoi amici a quattro zampe. Al cugino Elio Baldi donati mobilio e suppellettili. Proprio quest'ultimo, durante il trasloco, fece la scoperta del tesoro dimenticato. Nascosti tra altre carte in una busta di plastica, uscirono fuori buoni postali per un totale di 294mila euro, che ad oggi, con la rivalutazione, potrebbero quasi raddoppiare. Buoni, a quanto pare, completamente dimenticati nel testamento. A quel punto inizia l'incredibile passamano dei buoni ritrovati. Elio Baldi li consegna nelle mani di padre Fedele Malandrino, priore del Convento, che a sua volta, probabilmente credendo di rispettare le volontà di Adolfo Margadonna, li passa ad Emilio Maddalo per la fondazione a favore dei cani. «Io ho rispettato la volontà del caro amico Adolfo - spiega Maddalo, veterinario e noto esponente politico cavese - così come espressa nel testamento. Ho realizzato la "Fondazione Adolfo Margadonna", che si occupa di assistenza sanitaria ed alimentare a favore di tre canili. Diamo assistenza a circa 160 cani, così come lui desiderava. A differenza di quanto hanno fatto gli altri che gli erano o avrebbero dovuto essergli certamente più vicini di me». A scendere in campo, però, è la sorella di Elio, Amalia Baldi, che in qualità di erede legittima ha chiesto l'annullamento del testamento. «Abbiamo chiesto - dice Daniela Picozzi, legale della Baldi - solo l'applicazione della legge. Non essendoci traccia nel testamento dei buoni postali, vanno assegnati agli eredi legittimi. Aspettiamo le decisioni del giudice».
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