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Cronaca

Donate le cornee del povero Alberto

Inserito da Il Mattino (admin), martedì 17 settembre 2002 00:00:00

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Per tutto il pomeriggio avevano girato la Costiera in lungo e largo, in cerca del locale dove festeggiare il loro matrimonio, da qualche tempo diventato molto più di un progetto, ora che Nunzia, la fidanzata di una vita, era ormai ad un passo dalla laurea in Lettere. Poi il ritorno a casa. Un bacio, il tempo di posteggiare l'auto in garage, indossare il casco e la tenuta da motociclista. Precauzione, purtroppo, inutile. È stato così improvviso l'impatto, così violento lo scontro con l'autobus della Sita da non lasciargli scampo. Alberto, figlio maggiore dell'ispettore di Polizia Municipale Franco Fabbricatore, aveva 26 anni. Il suo cuore ha smesso di battere dopo quasi tre ore dall'inizio dell'intervento chirurgico eseguito d'urgenza per frenare una gravissima emorragia, provocata dallo spappolamento del fegato e da altre lesioni interne. Secondo una prima ricostruzione, nel tardo pomeriggio di domenica il giovane aveva preso la sua moto, una Honda, per tornare ad Amalfi. Forse per rivedere un particolare sfuggitogli durante il giro in auto con la ragazza o solo per saziare la sua voglia di percorrere sulle due ruote lo stesso tragitto. All'altezza del curvone di Capo d'Orso, nei pressi di Maiori, si è schiantato contro il pullman della Sita. È stato sbalzato sull'altro versante della strada, lasciando sull'asfalto lo stivaletto da motociclista ed uno zainetto. Dai primi rilievi, eseguiti dai Carabinieri della Compagnia di Amalfi, non è ancora stato possibile risalire alla causa dello scontro. Sulla stessa scena dell'incidente è stata raccolta la testimonianza di un motociclista, che si trovava in coda dietro il mezzo della Sita. Il giovane avrebbe raccontato di aver tentato invano di superare il pullman, che più volte, come anche prima di svoltare nella curva all'altezza di Capo d'Orso, si sarebbe allargato, finendo, così, nella corsia opposta. Subito dopo l'incidente, Alberto è stato trasportato d'urgenza all'ospedale "Santa Maria dell'Olmo" (nella foto) di Cava de' Tirreni. Un drappello di agenti in moto, a sirene spiegate, ha cercato di mantenere libera la strada. Alle 19 è iniziato l'intervento. I medici hanno fatto di tutto per salvarlo, ma dopo quasi tre ore sono stati costretti ad arrendersi. Sia pur provati dallo sconforto, i genitori di Alberto hanno trovato la forza per dare il loro consenso alla donazione degli organi. E' stato, così, informato il magistrato di turno della Procura di Salerno, il dott. Luigi D'Alessio, e si è proceduto all'espianto. «Gli organi interni - spiega Alfonso Pappalardo, referente per gli interventi di espianto presso il nosocomio cavese - erano tutti danneggiati. È stato possibile procedere solo all'espianto delle cornee». Nelle prime ore della notte un'équipe di specialisti - diretta da Francesco Pellegrino, primario dell'Oculistica dell'Asl Sa1 e dagli anestesisti Gianlorenzo Montella e Sergio De Pisapia - ha eseguito il delicato intervento, procedendo, poi, al trasferimento degli organi presso il Centro regionale dove si trova la «banca degli organi». «Si tratta del primo espianto a Cava - spiega Giuseppe Vairo, direttore della divisione di Anestesia e Rianimazione - ed è il risultato del lavoro di sensibilizzazione della Direzione generale, che ha istituito un coordinamento per la donazioni di organi».

IERI I FUNERALI

Grande commozione a Cava de' Tirreni ed a Nocera Superiore per la scomparsa di Alberto

Due città si sono fermate, ieri pomeriggio, per stringersi intorno alle famiglie Bartiromo e Fabbricatore, duramente colpite dalla tragica morte di Alberto. Figlio maggiore dell'ispettore della Polizia Municipale di Cava de' Tirreni, Alberto aveva conseguito la maturità classica a Cava, ma aveva preferito mettersi a lavorare piuttosto che continuare gli studi. Il nonno paterno, di cui il ragazzo portava il nome, era stato per tantissimi anni responsabile dell'Ufficio Economato del Comune di Nocera Superiore. Fedele alla tradizione di famiglia, Alberto si era impegnato ed aveva lavorato sodo per realizzare il suo sogno nel cassetto. Ci era riuscito poco più di un anno fa: in società con uno dei cugini, aveva aperto una rivendita di auto, fedele alla passione per il commercio ereditata dal ramo materno della sua famiglia. Ad appena 26 anni, con grande spirito di sacrificio, era riuscito a guadagnarsi la stabilità necessaria per mettere su famiglia. Proprio nei giorni scorsi aveva annunciato ai familiari l'intento di sposare la ragazza che amava da sempre. «Tra meno di un anno - aveva detto agli amici, appena domenica mattina - faremo una grande festa per il mio matrimonio. Inviteremo tutta la città». Insieme alla sua Nunzia, stava già progettando il da farsi, ma un destino diverso lo attendeva, di ritorno dalla passeggiata in moto lungo la Costiera Amalfitana, rito domenicale dei nocerini. Gli amici più cari, quelli che con lui condividevano da sempre la passione per le due ruote, ed i familiari si erano subito precipitati presso l'ospedale di Cava de' Tirreni, nella speranza che tutto si risolvesse per il meglio. Per Alberto, però, non c'è stato nulla da fare. Ancora una volta, comunque, è stato lui a fare qualcosa per gli altri, come era nella sua indole. Per sua disposizione, infatti, i familiari hanno consentito che venisse effettuato l'espianto delle cornee. Questo estremo gesto d'amore verso la vita la dice lunga sulla personalità di un ragazzo che, sia a Nocera Superiore che a Cava de' Tirreni, era conosciuto e stimato da tutti. Affabile, aperto, disponibile verso chiunque, Alberto ha pagato con la vita una passione che coltivava fin da bambino, assieme al padre. Auto, moto e motori erano tutto il suo mondo e poco o niente servirà a chi lo ha amato conoscere la dinamica dell'incidente. In tanti si sono riuniti presso la chiesa di Santa Maria Maggiore, a Nocera Superiore, per dargli l'ultimo saluto. Una cerimonia semplice e veloce, in cui il parroco, don Vincenzo, ha sottolineato soprattutto l'importanza del gesto della donazione degli organi.

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