Tu sei qui: CronacaDisabile "progioniera" in casa
Inserito da (admin), martedì 15 marzo 2005 00:00:00
Prigioniera in casa propria, dopo un incidente che l'ha costretta per sempre sulla sedia a rotelle, invano chiede all'Iacp (Istituto Autonomo Case Popolari), proprietario dell'immobile, di realizzare un ascensore per alleviarle la sofferenza. II 30 aprile dello scorso anno, mentre era in macchina con il suo ragazzo, si schiantò contro un muretto per evitare lo scontro con un'altra auto. Da quel giorno è iniziato il calvario di Monica Pisapia, 20 anni, residente con la famiglia in una palazzina di recente costruzione nella frazione San Pietro. Dopo l'incidente, il ricovero a Roma, dove si cerca di rimediare allo schiacciamento del midollo spinale, ma l'unica soluzione è una sedia a rotelle per tutta la vita. Da quel giorno inizia anche la guerra della madre, Maria Assunta Esposito. «Sono mesi che cerco di parlare con qualcuno dell'Iacp - racconta la donna - ma inutilmente. Per telefono o di persona, il risultato non è cambiato. Mi hanno solamente sballottata da una parte all'altra, in un indegno scaricabarile. Oggi mi sono decisa a denunciare questo comportamento assurdo». La famiglia Pisapia abita al terzo piano del fabbricato. «Chiediamo che venga realizzato un ascensore. La soluzione potrebbe essere anche una pedana mobile da installare nelle scale, i preventivi arrivano a 14mila euro. Ma l'Istituto, evidentemente, non intende costruire né l'uno né l'altro. Intanto, per poter uscire di casa mia figlia deve essere presa a braccio e portata giù per i tre piani della palazzina, naturalmente quando c'è la disponibilità di familiari». Una battaglia di dignità, che potrebbe arrivare anche in Consiglio comunale, con un'interrogazione nella prossima riunione del parlamentino cittadino da parte del consigliere Enzo Passa, che chiederà al sindaco ed a tutto il Consiglio di farsi carico del problema nei confronti dell'Iacp.
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