Tu sei qui: CronacaDespar, trepidante attesa
Inserito da La Redazione (admin), martedì 29 giugno 2010 00:00:00
Sono ore febbrili quelle che separano centinaia di dipendenti del gruppo Despar dal loro destino, per ora ancora molto dubbioso. Ieri i giudici della Sezione fallimentare del Tribunale di Salerno, Iannicelli, Russo ed Iachia, si sono riuniti in camera di consiglio tutto il pomeriggio per esaminare le 37 vertenze presentate dai creditori della D’Andrea Company. E' attesa per oggi, probabilmente, la decisione finale.
Dopo il diniego dello scorso 24 giugno da parte del Ministero delle Attività Produttive in merito alla concessione della “legge Marzano”, che avrebbe permesso di bloccare la situazione debitoria e le azioni di recupero avviate dai creditori, allo scopo di continuare ad acquisire nuove risorse finanziarie sul mercato con un commissario straordinario che avrebbe potuto vendere rami d’azienda, i creditori del gruppo non hanno esitato a ribadire la propria posizione.
Due le ipotesi alla base della bocciatura dello strumento legislativo previsto per le aziende in crisi presentato dall’avv. Alberto Angelo e relative entrambe ad un’ambigua interpretazione di uno dei presupposti della stessa: la legge parla, infatti, di “grande azienda”, ma non si sa se debba intendersi come tale una con 1.000 o 500 dipendenti (solo nel secondo caso la Despar di Della Monica risulterebbe dentro a pieno regime).
Lo spettro del fallimento per il gruppo di Della Monica sembra in queste ultime ore, però, scongiurato dalla possibilità di un concordato preventivo tra i creditori ed il patron dell’Hdc, che permetterebbe, tra l’altro, di non interrompere l’accordo stipulato con il duo casertano Catone-Caputo per il fitto di 36 punti vendita, che ha consentito a più di 600 lavoratori di conservare il proprio posto di lavoro.
Proprio per questo, domani i lavoratori di Gds e Cavamarket sono attesi a Confindustria per la firma dei verbali di transazione, che segneranno la fine del rapporto con la Holding D’Andrea Company e l’inizio del nuovo ciclo della “2C spa” targata Catone-Caputo. “La sottoscrizione dei verbali - ha confermato Nicola Salzano, segretario organizzativo provinciale della Uil - sarà la garanzia della gestione di 36 dei 47 punti vendita da parte degli imprenditori casertani Rosario Caputo e Carlo Catone”.
Intanto, non si placa la rabbia dei dipendenti del gruppo esclusi dalla trattativa. I 70 lavoratori dei settori logistica (Lc) e trasporto (To) sono infuriati per la mancata concessione della cassa integrazione. “Non solo siamo stati praticamente abbandonati al nostro destino dalle nostre aziende, che oggi minacciano di chiudere - dichiara uno dei lavoratori interessati - ma addirittura non ci è data la giusta attenzione nemmeno nella presentazione della documentazione per l’ottenimento della cassa integrazione”.
La loro situazione rimane, pertanto, sconcertante, visto che da gennaio ad ora hanno percepito la modesta somma di 700 euro. E non ci sono buone nuove all’orizzonte.
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