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Cronaca

Covid, Campania, zona rossa, vaccino

Dall'emergenza Covid ai problemi legati ad AstraZeneca, De Luca tuona: «Siamo in guerra!»

Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha fatto il punto dell'emergenza Covid-19

Inserito da (redazioneip), venerdì 12 marzo 2021 15:24:09

«Continuiamo a registrare un alto numero di positivi al giorno. Abbiamo una situazione estremamente seria, registriamo ancora con le degenze, con i posti letto disponibili in terapia intensiva, ma è assolutamente necessario bloccare la crescita del contagio. Altrimenti in 10 giorni dovremo chiudere altri reparti per far posto a pazienti Covid. Dobbiamo ritornare ai comportamenti di febbraio e marzo. Si sta a casa quando non è assolutamente indispensabile andare fuori casa».

Sono le parole del presidente Vincenzo De Luca che questo pomeriggio, nel corso della consueta diretta del venerdì, ha fatto il punto della situazione sulla campagna vaccinale, sui contagi e sulle prossime misure che verranno stabilite in Campania per il contenimento dell'epidemia da Covid-19.

«Non è ancora chiaro a molte persone che siamo in guerra! Siamo in guerra! - tuona De Luca - Perché quando cominci ad avere 15mila positivi e 400 o 500 morti al giorno in Italia vuol dire che siamo in guerra. Dovremo convincerci che non siamo in una condizioni di ordinaria amministrazione e purtroppo non tutti lo hanno capito. Sia i cittadini che alcuni livelli istituzionali che rimangono indifferenti alla situazione di guerra che abbiamo in Italia.

Noi abbiamo cominciato la vaccinazione con il personale scolastico. Le nostre strutture sanitarie aveva bisogno di avere la conferma che, quelli vaccinati, erano dipendenti del Ministero della Pubblica Istruzione. Ad un certo punto il Ministero ci ha detto che non poteva dare l'informazione richiesta per ragioni di privacy, perché l'autorità garante della privacy diffidava a dare questa informazione. Cioè se erano dipendenti del Ministero o no! Siamo alla follia!».

De Luca aggiorna sulla campagna di vaccinazione: «Facciamo un punto di chiarezza sulle vaccinazioni. Ci sono queste priorità: personale socio sanitario, le residenze sanitarie assistite, ultraottantenni e dalle fasce deboli (disabili, malati cronici, malati di diabete ecc.) che, nella nostra Regione, sono un milione di cittadini. Poi c'è una seconda categoria che ci è stata indicata dal Governo: mondo della scuola e forza dell'ordine.

Il vaccino Pfizer è quello più efficace per le fasce deboli, mentre l'altro vaccino per chi non ha patologie gravi. Ma il vaccino Pfizer non c'è nella misura necessaria. Viaggiamo con forniture di 40.000, 30.000 al mese per i vaccini che servono. Si è determinato un problema nelle ultime settimane. Si stanno vaccinando giornalisti, avvocati ecc. C'è un equivoco. In Campania non si stanno vaccinando queste categorie. L'equivoco è stato determinato da un orientamento nato dal Governo nazionale che ha detto di considerare, dopo le seconda fasce, anche le categorie che svolgono lavori di pubblica utilità. Questo ha determinato l'equivoco. In Campania queste categorie non sono prioritarie, chiariamo questo equivoco.

C'è un problema con AstraZeneca che è il vaccino che abbiamo somministrato al mondo della scuola e alle forze dell'ordine. Evitiamo la psicosi. Si è determinato un problema che dobbiamo parlare con grande chiarezza e presentando la realtà per quella che è. Ci sono state delle ricadute che vanno verificate in persone che hanno avuto la somministrazione del vaccino AstraZeneca. Sono milioni in Europa ad utilizzare AstraZeneca, ma si sono verificate alcune decine di casi, anche gravi. Dobbiamo accertare che le patologie che si sono determinate fossero davvero collegate al vaccino. In Campania è stata sospesa una partita di vaccino che è quella in relazione alla quale si è determinato un problema per alcuni cittadini. Per motivi prudenziali attendiamo la valutazione dell'Istituto Superiore di Sanità. Ma evitiamo un clima di angoscia. Su un milione di vaccinati non è successo nulla.

Le persone che hanno avuto le due dosi in Campania sono 173.000, soprattutto personale sanitario. Se andiamo con questi ritmi noi vacciniamo, in dieci mesi, non più di 700mila anziché 4 milioni di abitanti. Così il calvario durerà fino al 2023. Noi lavoriamo per fornirci di altri vaccini. Ci dicono, al netto di incidenti, che dovrebbero arrivare per maggio o giugno. Siamo ancora al condizionale. Speriamo arrivi Johnson & Johnson che è monouso, ma rimaniamo al condizionale. Così concluderemo questo calvario entro il 2021 e torneremo alla vita normale. Ma senza i vaccini e l'immunità di gregge non torneremo subito alla normalità».

 

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