Tu sei qui: CronacaD'Alessio a rischio, trasferito a Secondigliano
Inserito da (admin), venerdì 19 gennaio 2007 00:00:00
Giuseppe D'Alessio trasferito d'urgenza al carcere di Secondigliano per motivi di sicurezza. Nel carcere di Fuorni l'incolumità del fioraio di 47 anni, arrestato lo scorso 1° gennaio con l'accusa di atti di libidine nei confronti delle due nipoti e di alcune amiche maggiorenni, era a rischio. In questi primi 17 giorni di reclusione, infatti, gli altri carcerati avrebbero minacciato e tentato di aggredire il fioraio cavese. Sarebbe questo il motivo all'origine del provvedimento del Giudice per le indagini preliminari, che ha deciso il trasferimento di D'Alessio nel carcere di Secondigliano. Una struttura, a quanto si apprende, "specializzata" nella custodia di imputati accusati di violenza carnale e reati sessuali.
«Nel carcere di Salerno il nostro cliente - spiega l'avv. Alfonso Senatore, incaricato della difesa insieme alla collega Barbara Mauro - era in pericolo. Fin dai primi giorni era possibile ipotizzare eventuali ritorsioni da parte degli altri detenuti, che, secondo un codice non scritto all'interno delle carceri, riservano trattamenti violenti nei confronti di chi è accusato di violenza sessuale e reati affini». Ieri mattina l'avv. Senatore si è recato a Secondigliano per fare visita al suo cliente ed ascoltare dalla sua voce quanto accaduto nei giorni precedenti al suo trasferimento. Ma non solo. L'avv. Senatore, come annunciato già nei giorni scorsi, sta cercando di imbastire una difesa convincente per ottenere gli arresti domiciliari. «Il mio assistito era molto provato fisicamente - ha raccontato Senatore - ma soprattutto psicologicamente. Le sue condizioni sono quelle tipiche di chi non è abituato ad una condizione di reclusione totale, come per l'appunto quella del carcere. Faremo di tutto per riportarlo a casa».
D'Alessio continua a professare la sua innocenza. «Non so darmi una spiegazione delle accuse rivoltemi dalle mie nipoti e dalle altre ragazze - ha continuato a ripetere al suo avvocato - Non so perché mi è capitato tutto questo». Nel corso dell'incontro con il suo legale, D'Alessio si è lasciato andare ad un pianto liberatorio. A farlo scoppiare in lacrime, la lettura dell'articolo di giornale che riportava la notizia degli appelli e delle manifestazioni di solidarietà dei suoi amici, colleghi e delle sue clienti. «Non può immaginare quanto tutto questo sia importante per me - ha spiegato commosso - Mi danno un grande sostegno. Mia moglie, i miei figli, gli amici, sono l'unica cosa che mi spinge a combattere per provare la mia innocenza». Formalizzata, intanto, la richiesta di arresti domiciliari.
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