Tu sei qui: CronacaCrisi "Di Mauro", ore decisive
Inserito da (admin), martedì 21 novembre 2006 00:00:00
Il Ministero batte la Prefettura sulla vertenza "Di Mauro". L'ultima carta per i lavoratori delle Arti Grafiche, per non essere definitivamente licenziati e mandati in mobilità, si giocherà oggi a Roma, mentre domani resta fissato l'incontro con il prefetto Meoli. Al tavolo del sottosegretario Rosa Rinaldi siederanno una delegazione della Rsu, i responsabili sindacali, l'assessore provinciale Massimo Cariello e l'assessore comunale Francesco Musumeci. L'obiettivo è di ottenere almeno 6 mesi di ulteriore proroga della cassa integrazione straordinaria, dopo i 18 previsti che scadranno a fine mese. Da giovedì, però, se non ci saranno buone nuove dalla trasferta romana, partiranno le lettere di licenziamento ed il tribunale fallimentare avvierà le procedure per la messa in mobilità.
«Siamo allo stremo - denunciano i dipendenti - se rimarremo a mani vuote faremo sentire la nostra protesta con forza». Il comitato permanente di lotta all'interno della fabbrica di via XXV Luglio non abbandonerà la battaglia. Da più parti si avanza l'ipotesi di spostare la protesta davanti ai cancelli delle Officine Grafiche Di Mauro, l'azienda di via Gaudio Maiori, sempre di proprietà della famiglia, che però, sin dal primo momento, si è completamente sganciata dalla crisi, ma ha dichiarato di non essere in grado di assorbire i dipendenti licenziati. «Nessuna politica di gruppo - dichiarano i vertici delle Officine - perché non c'è un gruppo Di Mauro, ma solo un'entità aziendale a se stante».
«È immorale che - denunciano i 77 dipendenti in cassa integrazione - con oltre 5 milioni di euro di finanziamento pubblico per costruire la nuova fabbrica di Santa Lucia, per noi non ci sia posto, mentre stanno assumendo decine di nuovi operai». A complicare il quadro anche la congiuntura sfavorevole dovuta alla nuova Finanziaria, che non sarà approvata prima di dicembre. Il rischio che hanno evidenziato i vertici provinciali dei sindacati, oltre alla messa in mobilità, è di non rientrare nei nuovi strumenti di sostegno al reddito che da gennaio dovrebbero consentire la "mobilità lunga": oltre ai 4 anni previsti se ne aggiungerebbero altri 3, cosa che per molti dipendenti della "Di Mauro" potrebbe significare essere accompagnati alla pensione. Intanto, si cerca di fissare un termine per l'asta dell'area, che al momento vede sempre una sola offerta.
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