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Cronaca

Criminalità scatenata, allarme tra i cittadini

Inserito da Il Salernitano (admin), mercoledì 11 giugno 2003 00:00:00

La città è stretta in una morsa di macro e microcriminalità: il dato è inequivocabile. Lo scorso mese di maggio e questo primo scorcio di giugno verranno ricordati come uno dei periodi più difficili sul fronte della sicurezza a Cava de' Tirreni. Politici ed uomini di cultura sono tutti concordi nell'affermare che vi è bisogno di una maggiore tutela del territorio. Sentiamo, adesso, le voci dei cittadini comuni, quelli di certo più preoccupati per la lunga scia di eventi delittuosi che stanno colpendo l'ormai ex "Piccola Svizzera". «Per quanto mi riferiscono i miei genitori - sottolinea Serena Della Monica, 21 anni, ragioniera e membro del coordinamento di "Polis" - la città di Cava non è stata mai violenta. Anzi, era considerata un'isola felice. Soprattutto noi donne, ed i giovani in generale, avvertiamo questa violenza generalizzata e ne abbiamo paura. Solo noi giovani, con l'impegno e la guida di uomini e donne che hanno fatto la storia della città, possiamo recuperare i veri valori ed ideali». Ad essere preoccupati non sono solo i residenti, ma anche i giovani che arrivano in città dai centri limitrofi, per ammirare, tra un acquisto e l'altro, le bellezze metelliane. «Vengo spesso a Cava. Purtroppo, devo constatare - dichiara Daniela Zuppetti, 23 anni, studentessa - un imbarbarimento della città, nel senso che ormai sembra anch'essa essere entrata in un circuito criminale che fino ad oggi l'aveva vista solo spettatrice. Mi preoccupano soprattutto gli episodi di microcriminalità, quelli che si consumano proprio nel centro storico il fine settimana e che coinvolgono numerosi giovani». Un velo di rabbia è contenuto, invece, nelle parole di Gennaro Avagliano, 43 anni: «Ormai non si vive più bene a Cava. La notte non si dorme, la stazione è un covo di drogati e sporcizia. Il Comune stesso non ci tutela, anzi, ha piazzato le nocive antenne per la telefonia proprio nel centro cittadino. La droga gira sempre di più. La domenica, ai parcheggi gratis, ti chiedono l'obolo i tossicodipendenti, e se non paghi, ti ritrovi la macchina sfregiata. Le Forze dell'ordine dovrebbero intervenire in fase di prevenzione e non limitarsi solo a "verbalizzare". A farne le spese siamo sempre e solo noi, i cittadini cavesi». Ma c'è anche chi addebita le colpe ai cavesi, rei di aver perso parte del senso civico che negli anni ha contraddistinto la cultura autoctona. «La qualità della vita - tuona Alberto Farano, 27 anni - è certamente diminuita in città. Bisogna ricordarsi, però, che molti dei problemi li creiamo noi. Vi è bisogno, quindi, di maggior senso civico. Certo, una maggiore severità e presenza delle Forze dell'ordine potrebbe essere la molla per rieducare il cavese». A chiedere maggior coordinamento tra le forze di Polizia è Saverio Bisogno, operaio 30enne: «Purtroppo, le forze di Polizia sono mal coordinate. Mancano d'organico ed il progetto del Vigile di quartiere, per ora, è solo una chimera. Questi fattori hanno di sicuro inciso sull'escalation di macro e microcriminalità in città». Resta il fatto che in città regna sovrana la paura per ulteriori possibili atti di vandalismo ed "avvertimenti", dietro ai quali si celano le nuove organizzazioni criminali. La situazione, comunque, resta ancora difficile da interpretare, in quanto, a seguito degli arresti eccellenti degli anni scorsi, il giro della delinquenza sembra essere nelle mani dei cosiddetti "cani sciolti", ovvero ex gregari che si contendono piccole fette del territorio provinciale dove poter attuare il controllo e perpetrare illeciti che poi, inevitabilmente, vanno ad infangare il nome di una città fino a qualche anno fa considerata una vera e propria oasi felice. La realtà di oggi, purtroppo, è ben diversa.

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