Tu sei qui: CronacaCredito Tirreno, pioggia di condanne
Inserito da (admin), giovedì 31 gennaio 2008 00:00:00
Pesanti condanne per Raffaele Bonvino e gli amministratori e sindaci del Credito Commerciale Tirreno, ma anche assoluzioni per Giulio Amabile, Marta Gravagnuolo e per diversi altri imputati. È stato questo il verdetto pronunciato ieri pomeriggio, dopo un lungo processo, con un dibattimento durato 10 anni. La sentenza è dei giudici della III Sezione Penale del Tribunale, presieduta da Elvira Bellantoni, a latere Guerino Iannicelli e Daniela Critelli. Le pene inflitte in alcuni casi sono state maggiori di quelle richieste dal pubblico ministero Rocco Alfano.
Queste le condanne: 12 anni per Raffaele Bonvino, 5 anni per Giuseppe Raimondi e Marcello Mascolo, 4 anni e 6 mesi per Giorgio Pagano, Errico Di Lorenzo, Vincenzo Buonocore ed Alessandro Fasano, 4 anni per Luigi Apuzzo, Mario Salsano, Umberto Bonvino e Michele Pastore, 3 anni per Oscar De Franciscis, Giuseppe De Marco e Donato Citro. Condannati anche al pagamento delle spese processuali ed al risarcimento dei danni in favore delle parti civili, tra cui c'è anche la Banca d'Italia. Per tutti anche pesanti pene accessorie, in quanto sono stati inabilitati all'esercizio di impresa commerciale e dichiarati incapaci ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa per la durata di 10 anni. Disposta anche l'interdizione dai pubblici uffici, che per Bonvino e Raimondi è stata disposta in perpetuo, mentre per gli altri per la durata di 5 anni.
Per gli stessi condannati non sono, però, mancate le assoluzioni in relazione ad alcuni dei molteplici capi d'imputazione contestati, mentre per altri è stata dichiarata la prescrizione. Ma c'è anche chi è stato assolto da tutti i reati configurati, come Giulio Amabile e Marta Gravagnuolo, Antonio Bartolucci, Francesco De Filippis, Angelo Sanseverino, Renato Carotenuto, Gianpaolo Busso, Antonio Battaglia, Giovanni Marchesiello, Luigi Testa, Achille Coppola, Nicola Biase ed Elio Buonomo.
Una vicenda, quella della bancarotta del Credito Commerciale Tirreno, che ha suscitato a metà anni Novanta notevole scalpore con il coinvolgimento di Bonvino, considerato la mente delle varie spericolate operazioni, poi finito dietro le sbarre, ed i componenti del Consiglio di Amministrazione coinvolti in un vera e propria bufera. Dopo che il noto istituto di credito, che era stato gestito per oltre 70 anni dalla famiglia Amabile, veniva ceduto a Raffaele Bonvino, nel giro di qualche anno si arrivava al totale dissesto. Continue le distrazioni di ingenti somme di danaro per un ammontare complessivo di 100 miliardi di vecchie lire. Acquisti di obbligazioni di società anche olandesi, falsificazioni delle poste in bilancio: queste sono solo alcune delle operazioni che secondo i giudici hanno portato al dissesto, con notevoli ed inevitabili ripercussioni sui clienti.
E così, la banca di Credito Commerciale Tirreno è stata posta prima in amministrazione straordinaria a giugno 1996, poi a marzo dell'anno successivo in liquidazione coatta amministrativa e due mesi dopo, inevitabilmente, è intervenuta la dichiarazione di insolvenza. Da lì all'inchiesta penale per bancarotta fraudolenta il passo è stato breve. Avviate dalla Procura le indagini, sono state scoperte le diverse operazioni successivamente "incriminate" che hanno portato al dissesto.
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