Tu sei qui: CronacaColpi di pistola contro l'auto, Giovanni Baldi nel mirino
Inserito da (admin), venerdì 16 luglio 2004 00:00:00
Due colpi di arma da fuoco: uno, quello sul parabrezza, ha infranto il vetro e raggiungo il cruscotto sul posto del guidatore, l'altro ha trafitto il lunotto posteriore. Nella notte tra mercoledì e giovedì, a Santa Lucia, hanno sparato così contro l'Opel Astra blu del presidente del Consiglio comunale, Giovanni Baldi. L'auto era parcheggiata sotto casa. Un chiaro avvertimento ad uno degli uomini di spicco della Giunta Messina. Secondo i primi accertamenti, eseguiti dagli uomini della Polizia Scientifica del Commissariato locale, due sarebbero i bossoli ritrovati sull'asfalto. Con ogni probabilità, chi ha sparato ha lasciato a piedi il piazzale dove si trovava l'auto. Al momento, i funzionari della Digos della Questura di Salerno, che hanno avviato le indagini, non escludono nessuna ipotesi investigativa e concentrano la loro attenzione sulla vita politica di Baldi, già al centro di un precedente caso di presunti avvertimenti intimidatori, come ipotizzato nell'inchiesta avviata dal magistrato Massimo Lo Mastro per violenza privata in relazione ai voti di scambio. Una vicenda che la magistratura deve ancora chiarire. Il caso partì dalle denunce di un dipendente comunale. Poi l'episodio delle presunte minacce a Baldi per il ritiro della sua candidatura a sindaco. Vicende che tornano alla mente. Sull'attentato dell'altra notte, Baldi, sentito dalla Polizia, ha smentito categoricamente di aver ricevuto minacce o pressioni. Stando ad una prima ricostruzione, fornita dagli investigatori, l'attentato sarebbe avvenuto alle 2.30 di notte. Baldi era in casa con la moglie ed i due figli. Sono a letto, ma il loro sonno è spezzato dal boato di due botti. Da subito pensano ad un corto circuito. Intanto, le luci del vicinato si accendono. «Abbiamo pensato a dei petardi. Eravamo sicuri che si trattasse di fuochi d'artificio», racconteranno. La scoperta la fa lo stesso Baldi mentre si reca al lavoro. La sua auto è parcheggiata sotto l'antico palazzo dove ha abitato da sempre la famiglia paterna. Si accorge dei colpi. L'allarme a Santa Lucia scatta dopo pochi minuti. La zona viene occupata dalle volanti della Polizia per cercare di trovare quanti più elementi possibili sul luogo dell'agguato. Anche molti colleghi di Baldi, avvertiti dell'accaduto, si precipitano per rendersi conto di persona della situazione. Partono le indagini: l'auto viene sequestrata dalla Scientifica. In attesa dei risultati degli accertamenti, gli agenti raccolgono le testimonianze dei vicini. L'episodio ha fatto innalzare il livello di attenzione, ma non è stato disposto un servizio di scorta per Baldi e la sua famiglia. Intanto, a poche ore dall'episodio, si registra la presa di posizione dell'assessore al Bilancio, Giovanni Carleo: «E' evidente che non stiamo vivendo in un clima sereno. Siamo avvicinati da cittadini che chiedono chiarimenti. Mi fa riflettere come delle discussioni che avvengono nelle stanze del Palazzo diventano di dominio di personaggi fuori della politica. E' come se ci fossero delle cimici o delle talpe. Un esempio? Il caso del possibile acquisto delle azioni di Salerno Mobilità. Si sono diffuse voci travisate, come quella secondo cui quest'operazione avrebbe portato alla cessione della gestione dei parcheggi». Una vicenda, quella dei parcheggi, già in passato inserita nel ricco fascicolo sui presunti voti di scambio ed accordi preelettorali.
I precedenti: ombre ed attentati
Risale all'estate scorsa un altro episodio sospetto. Un incendio doloso distrugge l'auto di Pasquale Petrillo, parcheggiata nei pressi dell'abitazione del suocero. Già direttore del mensile Confronto e padre fondatore dell'omonimo gruppo politico, Petrillo è oggi capo staff della Giunta Messina e braccio destro del sindaco. Nei giorni precedenti, scritte minacciose contro il sindaco Alfredo Messina comparvero sulle mura cittadine, tanto da predisporre un servizio di guardia della Polizia Municipale. Ed ancora, il 12 giugno 2003 una violenta lite a Palazzo di Città vide protagonista lo stesso Petrillo ed il dipendente Vincenzo Lambiase, autore nei mesi successivi di una serie di dossier raccolti nell'inchiesta sui voti di scambio.
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