Tu sei qui: CronacaChiude la "Di Mauro", dipendenti in rivolta
Inserito da (admin), venerdì 29 aprile 2005 00:00:00
Chiude la "Emilio Di Mauro Arti Grafiche". La situazione è precipitata ieri pomeriggio, quando i vertici aziendali hanno comunicato, nel corso di una riunione con i rappresentanti sindacali presso l'Associazione Industrali di Salerno, la decisione di chiudere i battenti. "Contravvendendo all'accordo stipulato tra le parti il 30 dicembre scorso", denunciano i sindacati. La notizia ha fatto immediatamente il giro della città e tra i dipendenti, che si sono radunati davanti allo stabilimento in via XXV Luglio, bloccando gli accessi ed anche la circolazione sulla Statale 18. Sul posto sono arrivate le auto ed il personale delle Forze dell'Ordine. "I lavoratori delle Arti Grafiche - hanno dichiarato i responsabili della Rsu - sono in assemblea permanente e, unitamente alle organizzazioni sindacali, chiedono il coinvolgimento di tutti i lavoratori del gruppo Di Mauro, a sostegno della loro lotta a difesa del posto di lavoro". Per oggi è stata indetta un'assemblea aperta dei lavoratori, che hanno chiesto il coinvolgimento anche delle istituzioni locali e di tutti i cittadini cavesi. "Siamo arrivati alla fine - dichiara Renato Vigilante, segretario Cgil - di una storia iniziata 10 anni fa. Questo è il risultato di una miopia industriale che non ha visto l'azienda svilupparsi, innovarsi ed investire in nuove tecnologie. Questa azienda ha professionalità enormi, ma nonostante ciò oggi chiude, mettendo sul lastrico 120 famiglie, perché non ha più mercato, producendo cose che il mercato non richiede. Di queste cose è bene che tutti si assumano le responsabilità, anche le istituzioni locali. Non vorremmo che in questo posto i cavesi possano vedere un centro commerciale, magari straniero, un ristorante, ma ci auguriamo che continui ad essere un posto di lavoro per 120 persone". La storica azienda, vanto dell'imprenditoria cavese, fu tra le più importanti industrie italiane nel settore grafico-editoriale. Fin dagli anni '40 è stata, insieme alla Manifattura Tabacchi, il volano dello sviluppo economico ed occupazionale della città. Nella disperazione i 120 dipendenti rimasti, ai quali l'azienda ha proposto un percorso concordato che li assicuri come creditori privilegiati nel fallimento. "La nostra situazione è drammatica - afferma il dipendente Antonello Astore - con famiglie che stanno finendo in mezzo ad una strada. La nostra età media è di 40 anni, abbiamo moglie e figli, con affitti da pagare o il mutuo della casa. Non so proprio come faremo a tirare avanti". "Dobbiamo stringerci intorno ai lavoratori - afferma il responsabile provinciale Failpc-Cisal, Luigi Di Domenico - non abbiamo saputo dare quell'apporto necessario per cercare di far invertire la rotta ad un management miope. La spallata finale l'ha data anche la tragedia dell'11 settembre, che ha fatto crollare un mercato primario dell'azienda come la biglietteria aerea". "Non è facile seguire - afferma il sindaco Messina - l'andamento del mercato, le innovazioni tecnologiche e la concorrenza spietata del mercato. Credo siano a rischio i posti di lavoro e per questo, al di là del ruolo istituzionale, sono solidale con le maestranze ed i sindacati". Presente davanti ai cancelli anche l'assessore provinciale al Lavoro, Massimo Cariello: "Bisogna che le Istituzioni locali, la Provincia, la Regione, ma anche il Governo, intervengano. Non è possibile che un'azienda come la Di Mauro, dopo aver ottenuto un finanziamento per costruire un nuovo capannone non lontano da qui, poi licenzi i suoi dipendenti. Saremo vicini alle meastranze contro questa scelta ingiusta".
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