Tu sei qui: CronacaCavamarket, in arrivo una pioggia di decreti ingiuntivi
Inserito da La Redazione (admin), mercoledì 19 maggio 2010 00:00:00
Si mobilitano i dipendenti del gruppo di Antonio Della Monica, dopo gli estenuanti rinvii della trattativa “fantasma” e le indiscrezioni su possibili tagli previsti anche nel caso del passaggio di Gds e Cavamarket, i due rami più appetiti della Hdc, nelle mani dell’imprenditore calabrese Antonio Gatto (Despar Calabria) e della famiglia Peschechera di Despar Puglia.
L’alta tensione ha portato i lavoratori ad avviare l’iter legale per il recupero delle 5 mensilità arretrate. È questa un’indiscrezione di ieri pomeriggio. Partecipi dell’iniziativa per l’ottenimento delle spettanze vantate nei confronti del gruppo non solo gli appartenenti ai punti vendita di Salerno. “Ci vogliamo tutelare in qualche maniera - ha confessato uno dei promotori - visto che nessuno ci sta informando di nulla in tutta questa situazione”.
I decreti ingiuntivi da loro avanzati vanno così a sommarsi a quelli già inoltrati da alcuni fornitori del gruppo, come l’azienda avellinese “MFC Carni srl”, che ha depositato alla Sezione fallimentare del Tribunale di Salerno un’istanza di fallimento per circa 500mila euro e la cui scadenza è prevista per il prossimo 7 giugno. Il rischio fallimento diventa, così, sempre più concreto.
Sul fronte trattative, intanto, ancora poche novità, anche se Nicola Salsano, sindacalista della UIL, conferma un contatto telefonico con un collaboratore dell’entourage di Della Monica: “L’accordo non è stato ancora raggiunto, ma la trattativa sembra ben avviata verso un esito positivo. Entro due giorni tutte le sigle sindacali saranno convocate attorno ad un tavolo per essere informate dei termini dell’intesa raggiunta tra l’imprenditore Gatto ed il patron di Cavamarket”.
Sul tavolo della negoziazione le sorti di 45 supermercati del gruppo Despar in Campania in ordine alla messa in evidenza dei punti vendita improduttivi e, quindi, da eliminare. Tra questi, oltre a quello di Benevento, ci sarebbe anche il punto vendita di Scafati. Si parla di una chiusura immediata a causa di uno sfratto esecutivo e di cospicui tagli al personale.
“Ecco perché la rabbia di un gruppo di lavoratori - commenta Salsano - può averli indotti a far partire i decreti ingiuntivi. Si teme che il patto siglato con noi sindacati sul piano di rientro di tutte le spettanze possa non essere rispettato”.
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