Tu sei qui: CronacaCava, capodanno da incubo per una ragazza: «Locale sovraffollato, rischiata la tragedia»
Inserito da (redazioneip), giovedì 2 gennaio 2020 08:14:46
Locale sovraffollato e notevoli disagi durante la notte di Capodanno. A denunciare questa situazione è una ragazza, Miria, che racconta dei problemi riscontrati nel trascorrere la serata del 31 in un locale del centro di Cava de' Tirreni, dopo aver prenotato in anticipo un tavolo per ventiquattro persone.
«Notte di Capodanno in un locale a Cava de'Tirreni. - esordisce la ragazza - Organizziamo un tavolo di 24 persone pagando 30€ a testa, fin qui tutto normale. Ci avvisano che essendoci circa duemila persone avremmo dovuto presentarci davanti al locale entro l'una di notte, e così abbiamo fatto. Ecco lo scenario al nostro arrivo: una quantità immane di persone ammassate davanti all'ingresso del locale, nessuna transenna, nessun servizio d'ordine, nessuna fila, solo un'orda di gente stipata in quella piazzetta. Cerchiamo di formare una fila tra noi del tavolo, in circa un'ora riusciamo ad arrivare quasi davanti all'ingresso tra spintoni e urla di rabbia della gente. L'ingresso era largo un metro che veniva chiuso a tratti da due bodyguard intenti a urlare e insultare le persone che avevano pagato e avevano il diritto di entrare, mentre facevano entrare persone a caso. Nessuna lista, la "selezione" era la seguente :" Uno, due, tre, quattro, cinque, entrate!" indicando gente random».
«Io ero intenta ad evitare un signore ubriaco fradicio che insultava i salernitani con cori, spingendo e strattonando (mi è arrivato un simpatico ceffone in faccia da questo soggetto). - continua la giovane - Un altro premio nobel ha deciso di improvvisarsi Newton testando le leggi della fisica e lanciando una bottiglia di plastica mezza piena in mezzo alla folla e prendendo in testa un ragazzo. Arrivata a questo punto, in fila da circa due ore e mezza al freddo schiacciata e con i gomiti di altre persone nei miei reni, con i piedi a tratti sollevati da terra perché tanto venivo sorretta dalla gente che spingeva, rischiando di cadere dalle scale e spaccarmi la faccia più volte (perché ovviamente in queste situazioni viene fuori l'istinto primordiale dell'essere umano, che lascia ogni briciolo di buon senso e inizia a spingere e a cercare la rissa), decido di chiamare il 112. Mi dicono di chiamare il commissariato di Cava».
«Chiamo, spiego la situazione e che mi sentivo soffocare, chiedo di inviare qualcuno per far sgomberare il posto, mi viene detto di allontanarmi. - continua Miria - Alle 4:15 siamo riusciti ad andare via. È passato poco più di un anno dall'incidente di Corinaldo, l'anno scorso avevano tutti la paura di essere denunciati e hanno aumentato i controlli e semplicemente rispettato le norme di sicurezza. È mai possibile che basti un anno per dimenticare tutto e tornare ad essere i soliti sciacalli delinquenti?! L'importante è fare più soldi, chi se ne frega se intanto la gente fuori rischia di morire schiacciata per colpa della loro incompetenza».
«A me è stata schiacciata una mano, niente di grave. - conclude la ragazza - Bastava che qualcuno perdesse l'equilibrio, che qualcuno rispondesse male agli insulti e agli strattoni di quell'ubriaco, che quella bottiglia di plastica prendesse l'occhio di qualcuno, bastava una minima scintilla per sfiorare una tragedia. Fortunatamente non è successo, ma c'è bisogno che la gente sappia, che questi criminali non si sentano legittimati ad infrangere la legge in questo modo solo perché chissà per quale miracolo nessuno si è fatto male, devono sapere che non possono uscirne illesi. Non si possono aspettare i prossimi ragazzini morti per colpa della disorganizzazione degli altri prima di fare qualcosa. E soprattutto che le forze dell'ordine controllino maggiormente il territorio».
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