Tu sei qui: CronacaCasa ‘San Felice', assolto padre Giacomo
Inserito da (admin), mercoledì 24 settembre 2003 00:00:00
Assolto con formula piena e con tante scuse, perché il fatto non sussiste. È finita l'odissea giudiziaria nella quale era stato coinvolto, suo malgrado, padre Giacomo, al secolo Michele Santarsiere, francescano e priore del Convento di Piazza San Francesco, oltre che legale rappresentate della casa albergo "San Felice" di Cava de' Tirreni. Per lui era scattato un decreto di citazione a giudizio, firmato dal pm Giusti, con l'accusa di mancata adempienza ad un'ordinanza per lo sfollamento degli anziani dalla casa di riposo di Cava, a seguito di alcune carenze registrate nel corso dei controlli dell'Asl. Dopo aver notificato a tutti gli ospiti l'invito a lasciare la struttura, padre Giacomo si trovò dinanzi alle opposizioni delle famiglie, impossibilitate a trovare strutture alternative sul territorio per ricoverare i propri anziani. Nonostante questa difficoltà, il magistrato rinviò a giudizio il francescano per la mancata adempienza all'ordinanza, prevista come reato dal Codice Penale. Ieri, difeso dagli avvocati Michele Sarno e Canio Santoro, padre Giacomo è stato assolto nel corso del processo, nel quale hanno testimoniato sia il sindaco di Cava, Alfredo Messina, che il presidente del Consiglio comunale, Giovanni Baldi. I fatti risalgono alal fine del dicembre 2001. A seguito di ispezioni dell'Asl nei locali della casa per anziani "San Felice" di Cava, furono riscontrare alcune violazioni di norme sanitarie. Di qui l'intimazione allo sfratto per i degenti. Le notifiche furono fatte a tutti gli ospiti della casa negli ultimi giorni dell'anno, precisamente il 28 dicembre del 2001. Ma padre Giacomo dovette fronteggiare immediatamente le richieste di familiari che non avevano la disponibilità di luoghi alternativi per i propri cari. Fu inadempienza, questa circostanza? Per il pm sì, tanto da indurre a chiedere il decreto di rinvio a giudizio per il popolare francescano, che esercita la sua missione nel Convento di San Francesco. L'imputazione per lui scattò quale legale rappresentante della casa "San Felice".
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