Tu sei qui: Cronaca"Calzature Avallone", mezzo secolo d'attività fra due generazioni
Inserito da (admin), martedì 23 ottobre 2012 00:00:00
Sono rari, ormai, i passaggi d’attività commerciali da padre in figlio, ma Cava de’Tirreni ha ancora taluni testimoni. Avallone, De Pisapia, Falcone, Landi, Liberti, Paolillo, Passaro, Santoriello, Virno, per citarne alcuni. In questo scritto vogliamo fermarci ai primi 50 anni d’attività del negozio “Calzature Avallone”, sito in corso Umberto I, 284, alcuni decenni or sono 182, angolo via Gaetano Accarino (‘u vicolo du turruzziello).
Poco prima del Ferragosto del 1962, Vincenzo Avallone, un giovanotto della classe 1915, rientrando da Roma, ove dal 1935 al 1939, presso un rinomato calzaturificio artigianale, ha confezionato pregevoli calzature per il reale Umberto I di Savoia, Carnera e tanti, tanti uomini e donne del mondo politico e culturale capitolino di quei tempi, intraprese a Cava de’Tirreni l’attività del commercio al dettaglio di calzature per uomo, donna e bambini. Il piede di Carnera, ricorda don Vincenzo, misurava 54; qualcosa veramente di unico al mondo. Sul finire del 1939, come dicevamo, rientrato nella “sua” piccola Svizzera, iniziò col riparare le scarpe e la sua perizia gli consentì di accrescere la clientela in pochissimi mesi. Ricordiamo che prima e dopo la seconda guerra le scarpe venivano definitivamente dismesse solamente quando non erano più riparabili! Interrotta tale attività artigianale, intraprese quella del commercio di calzature, ma in forma itinerante.
Mastro Vincenzo Avallone, servendosi di un semplice carretto, spinto a mano, non percorreva in lungo ed in largo la sola valle metelliana, ma anche l’agro nocerino-sarnese. Con l’ausilio dei figli Giuseppe prima e Giovanni poi, usciva da casa all’alba e vi si ritirava a sera inoltrata; cosa che ripeteva il giorno successivo! Una vita certamente non facile! Mastro Vincenzo effettuava i suoi approvvigionamenti presso il mega mercato all’ingrosso di corso Malta di Napoli, nei pressi del carcere Giudiziario di Poggioreale, ove vi si recava il lunedì ed il venerdì, ovviamente in treno. Si pensi che, da solo, riusciva a portare nella “Bologna del sud” sino a 48 paia di scarpe per volta. Il metodo era semplice: trasporto a mezzo tracolle! Cos’erano le tracolle: erano 6 paia di scarpe racchiuse in scatole di cartone. Ogni tracolla era composta da 12 paia di scarpe (6 sul davanti e 6 alle spalle), più altre 2, sempre da 6 paia, sotto le braccia ed altrettante per singola mano; un vero mezzo di trasporto umano!
Come dicevamo, nell’agosto del 1962, logoro della stressante quotidianità, decise di allestire un suo negozio in corso Umberto I, divenuto centro d’attrazione della fedele clientela in pochissimo tempo. Dal 1981 l’attività commerciale è gestita dal figlio Salvatore; noto campione di ciclismo. Un ragazzino classe 1952 che tutte le mattine, Giove pluvio permettendo, prima di dar corso all’attività mercantile, in sella alla sua bici, si dirige, in compagnia dei taluni membri della squadra, verso Capaccio o centri limitrofi; cosa che ripete fra l’orario di chiusura antimeridiana e quella di riapertura del pomeriggio. Un fisico ed una resistenza a dir poco eccezionale! Mezzo secolo d’incessante attività, passata da padre in figlio, dovuta alla sola dedizione per il lavoro e voler sempre ben figurare verso l’affezionata clientela! Agosto 1962 - agosto 2012, 50° Speciale Anniversario. Appuntamento al 2062 per augurare a Salvatore Avallone, discendente del papà Vincenzo, il primo secolo di storia commerciale calzaturiera cavese!
Livio Trapanese
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