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Cronaca

Box auto, archiviata l'inchiesta

Inserito da (admin), lunedì 31 maggio 2004 00:00:00

Archiviata l'inchiesta giudiziaria sulla vicenda delle presunte manomissioni dei progetti custoditi negli uffici comunali per la realizzazione di 9 box auto in via Sala. A sorpresa, lo scorso venerdì mattina è arrivata la decisione del Gip Di Matteo, che ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dal sostituto procuratore Angelo Frattini, titolare dell'inchiesta avviata nei confronti del geometra comunale Eugenio Tenneriello, indagato per falso in certificazione amministrativa. Con una comunicazione formale, pervenuta a Pasquale Adinolfi, legale di Tenneriello, è stato ufficializzato il provvedimento di archiviazione emesso dal Gip, entro i termini previsti per la fissazione dell'udienza preliminare. Decisione, questa, che sarebbe scaturita sulla base di un'attenta analisi del fascicolo presentato dalla pubblica accusa. Stando alle prime indiscrezioni, a spingere il giudice verso l'archiviazione sarebbe stata la mancanza di prove nei confronti dell'indagato, tanto da non motivare la richiesta di un rinvio a giudizio e del conseguente avvio di un procedimento giudiziario. La notizia ha destato scalpore in città. Il sindaco Alfredo Messina l'ha accolta con piena soddisfazione. «Una bolla di sapone», ha commentato. Fu proprio Messina, per mano del dirigente del Settore Urbanistica e del comandante della Polizia Municipale, ad essere informato per primo della scoperta di una presunta manomissione alle tavole progettuali. In una relazione dettagliata, lo si informava di presunte difformità tra le copie custodite negli uffici comunali, recanti correzioni a penna, e quelle conservate negli archivi della Polizia Municipale e della Soprintendenza di Salerno. Della vicenda si parlò in una seduta del Consiglio comunale, nel corso della quale i rappresentanti dell'opposizione chiesero al primo cittadino un provvedimento immediato per fare luce sull'intera vicenda. A distanza di ore la documentazione fu inviata alla Procura della Repubblica per l'eventuale apertura di un'inchiesta. Intanto, Messina nominò una commissione d'inchiesta interna, presieduta dal city manager Enrico Violante e composta, tra gli altri, dai dirigenti del Settore Lavori Pubblici e dell'Ufficio Legale. Di pari passo con le indagini della Procura, la commissione interna avviò una serie di audizioni, nel corso delle quali furono ascoltati alcuni dipendenti comunali, impiegati nel Settore Urbanistica. Tutti gli atti della commissione furono richiesti dal pm Angelo Frattini, che seguiva l'inchiesta. I lavori della commissione d'inchiesta si conclusero agli inizi dell'estate scorsa. Dopo accertamenti e controlli incrociati, non fu rintracciato un "colpevole". Al termine dei lavori i commissari stesero una direttiva, che fu poi diramata a tutti i dirigenti comunali. La lettera formale imponeva un maggior controllo e vigilanza negli uffici comunali, in particolare negli archivi, restringendo l'accesso al pubblico. Ed ora la decisione del Gip Di Matteo, che ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dal pm Angelo Frattini.

Il Tar aveva dissequestrato il cantiere

Sul caso box auto c'è una precedenza sentenza, anche se i termini della vicenda erano diversi. Nella primavera scorsa, all'indomani del sopralluogo della Squadra antiabusivismo della Polizia Municipale e del conseguente sequestro del cantiere di via Sala, i proprietari dell'area, le famiglie Nunziante e Ferrara, per mano dello studio legale Accarino, presentarono un ricorso al Tribunale amministrativo regionale. A distanza di alcune settimane il Tar si pronunciò favorevolmente, accogliendo il ricorso ed approvando, di fatto, la riapertura del cantiere ed il completamento dei lavori. Stando alla linea difensiva, preparata dai legali delle famiglie Nunziante e Ferrara, l'opera edilizia in corso - in quanto box auto seminterrati - non richiedeva il rilascio di una concessione edilizia da parte del Settore Urbanistica e della commissione competente, ma semplicemente un'autorizzazione, concessa dietro richiesta formale. Fu questo uno degli elementi decisivi per il dissequestro del cantiere.

A dare il via all'inchiesta la denuncia dei residenti

Un coro d'accuse trasversali ed il dito puntato contro un unico, presunto "indiziato". È quanto andato in onda in questi mesi sul caso dei box auto di via Sala. La cronaca parla di una prima levata di scudi nella primavera del 2003: una serie di denunce ed esposti, firmati da alcuni residenti di via Sala, segnalano al Comune ed alla Polizia Municipale presunti abusi edilizi. Stando alle dichiarazioni dei firmatari, i box auto sarebbero più alti del previsto e, dunque, finirebbero per togliere la luce agli appartamenti del circondario. Dopo il primo sopralluogo dei Vigili e la scoperta delle correzioni sulle piantine comunali, i residenti avrebbero rincarato la dose, indicando come sospetta la presenza del geometra Eugenio Tenneriello in via Sala e sul cantiere in questione. Intanto, con l'avvio dell'inchiesta, scoppia il caso politico-giudiziario. I Vigili, su delega del pm Angelo Frattini, ascoltano i dipendenti comunali come persone informate sui fatti. La totalità dei testimoni avrebbe indicato un unico sospettato. In Consiglio comunale i rappresentanti dell'opposizione chiedono al sindaco di avviare un'indagine interna. E non basta. Nel dossier presentato alla Direzione investigativa antimafia il 5 luglio del 2003 dal dipendente comunale Vincenzo Lambiase, il grande accusatore nell'inchiesta sui presunti voti di scambio che coinvolge l'Amministrazione comunale, si fa il nome di Tenneriello: «Controllate tutti i garage costruiti a Cava in questi ultimi anni ed in particolare le pratiche istruite da Tenneriello».

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