Tu sei qui: CronacaBomba nella notte, distrutto negozio di videonoleggio
Inserito da (admin), venerdì 6 luglio 2007 00:00:00
Attentato dinamitardo nella notte: sventrato il negozio di videonoleggio "Cine&Città" in via XXV Luglio, a pochi metri dal casello autostradale, di cui è titolare l'ing. Antonio Fiorillo, residente a Salerno. L'esplosione si è verificata poco prima delle 3.30 dell'altra notte. A causarla un ordigno di consistente potenza, posizionato all'interno del negozio (accessibile 24 ore su 24 con la tessera magnetica degli abbonati), a pochi passi dalla porta d'ingresso, e che ha distrutto il locale, mandando in frantumi la parete laterale confinante con il negozio di colorificio, danneggiando il primo piano della palazzina e costringendo la famiglia Avagliano ad evacuare l'appartamento. Sono stati proprio i condomini a lanciare l'allarme. Udita la violenta esplosione, si sono precipitato in strada e, dopo aver constatato quanto accaduto, hanno telefonato al numero di emergenza del 113. Sul posto sono intervenuti gli agenti del vicequestore Pietro Caserta. Per accertare l'entità e per verificare la stabilità dell'edificio, sono intervenuti anche i Vigili del Fuoco della Compagnia di Salerno. Fortunatamente, la deflagrazione non ha causato cedimenti strutturali all'immobile, che è stato dichiarato agibile dai tecnici delle squadre di soccorso.
I rilievi effettuati dagli specialisti della Scientifica serviranno a stabilire che tipo di esplosivo sia stato utilizzato per mettere a segno l'attentato dinamitardo e se eventualmente possa trattarsi dello stesso impiegato in altri atti intimidatori registratisi in queste ore, come quello messo a segno a Cetara. Secondo le prime ricostruzioni, gli attentatori avrebbero utilizzato una tessera magnetica, quella usata dai clienti per accedere all'interno del magazzino. Solo allora avrebbero posizionato l'ordigno, per poi farlo scoppiare una volta al sicuro. L'entità dell'esplosione non lascia spazio a dubbio: si tratta di specialisti, chiaro anche il messaggio intimidatorio lanciato al proprietario di "Cine&Città". La Polizia è a lavoro. Al momento le indagini non escludono alcuna pista investigativa, sebbene, secondo quanto riferito dagli investigatori, l'ipotesi estorsiva sembra non convincerli: «Non c'è un'emergenza racket in città».
Per ora, dunque, le bocche restano cucite, si preferisce raccogliere nuovi elementi. Non si escludono legami con altri attentati registrati in queste ore in zone limitrofe a Cava e non si esclude l'ipotesi di una vendetta. A quanto sembra, anche se sono tanti i videonoleggi a Cava, "Cine&Città" era fino ad ieri il più gettonato o comunque il preferito, anche perché posizionato in maniera strategica in città. Ieri mattina gli agenti hanno ascoltato il titolare del negozio, che ha dichiarato di non aver mai ricevuto alcuna minaccia o richiesta estorsiva e di non riuscire, quindi, a spiegarsi i motivi del gesto. L'uomo, sposato e padre di due figli, vive a Salerno.
Per gli inquirenti, comunque, si tratta di un'azione intimidatoria. Ma non vengono escluse altre ipotesi, come quella della ritorsione personale legata a motivi di lavoro o altro ancora. Intanto, ieri mattina in via XXV Luglio sono tornati i "caschi rossi" per un nuovo sopralluogo, per testare la stabilità dell'edificio. È iniziata anche la conta dei danni, che al momento sembra addirittura incalcolabile, visto che tutto il materiale audiovisivo è andato distrutto, oltre allo stesso magazzino. Nella stessa mattinata di ieri sono partiti i lavori. La zona antistante "Cine&Città" è stata recintata con cartelli di alluminio ed una rete metallica, al cui interno è stato aperto il cantiere per i lavori.
«Mia figlia di due anni ora è terrorizzata»
«Erano le 3.30, abbiamo sentito un botto tremendo e poi abbiamo visto del fumo. Ho pensato al serbatoio di gas che si trova all'esterno della palazzina, ma poi mi sono affacciato ed ho capito che si trattava di una bomba». A parlare è Giuseppe Avagliano, proprietario dell'appartamento al primo piano della palazzina che ospita la videoteca "Cine&Città". «È stato terribile. Io e mia moglie stavamo dormendo e con noi c'erano i nostri figli: una bimba di appena 2 anni e 3 mesi e mio figlio di 13 anni. L'esplosione ha mandato in frantumi le pareti interni del mio appartamento (ndr, Avagliano è proprietario anche dell'appartamento al secondo piano, che per fortuna non ha riportato danni). Sono caduti i quadri dalla pareti e tutto quanto era custodito negli armadi e negli scaffali. Ma non basta. Tutti i tubi dell'acqua sono scoppiati». La famiglia Avagliano è subito scesa in strada, ancora in preda al panico: «La mia figlioletta è terrorizzata. Mia moglie non sapeva come fare per tranquillizzarla. Mio figlio, che è più grandicello, mi ha detto che non vuole più ritornare a casa».
Dopo il sopralluogo dei Vigili del Fuoco, l'appartamento della famiglia Avagliano è stato sgomberato in attesa di nuovi accertamenti per verificarne la stabilità. «Nel cuore della notte ci siamo trovati in mezzo alla strada - continua il signor Avagliano - Mia moglie ed i miei figli si trovano a casa di mia suocera. Stanno cercando di riposare dopo la terribile notte trascorsa». Il signor Avagliano, invece, è tornato sotto casa per cercare di capire cosa gli aspetta e, soprattutto, quando potrà tornare nella sua casa: «Mi hanno detto che prima di tutto devono riparare i tubi dell'acqua, altrimenti a casa non possiamo rimetterci piede». La notte di paura rischia di lasciare uno strascico di polemiche. Oltre al danno subito, in agguato c'è anche la beffa: «Mi hanno detto che nessuno è tenuto a pagare questi danni, perché si tratta di un atto vandalico. Non posso crederci, non può essere così».
Molti degli automobilisti si fermano per avere notizie di quanto accaduto. «Sono stato avvertito poco prima delle 4: sono arrivato qui ed ho trovato tutto questo»: accenna a stento qualche parola il proprietario del Colorificio Cavese, Carmine Pippa, sito accanto alla videoteca "Cine&Città". Il suo negozio ha subito ingenti danni: «Praticamente, la parete laterale del magazzino, quella che confina con la videoteca, si è sbriciolata». La moglie e suoi collaboratori cercano, tutto sommato, di salvare il salvabile e, tra la polvere delle macerie ed il trambusto degli operai, tentano di rimettere a posto per cercare di poter lavorare. «Non ho sentito nulla - dice Amodio Pappalardo, 75 anni - io abito dall'altro lato del palazzo. Mi ricordo, invece, il botto di qualche mese fa, quando fecero esplodere quel grosso petardo davanti al negozio di motociclette, dicendo che era opera di vandali. Che tragedia: Antonio Fiorillo è tanto una brava persona, un uomo onesto che fa il suo lavoro, peraltro è sempre molto cordiale ed educato. In questo modo non si può più vivere».
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