Tu sei qui: CronacaBomba al videonoleggio, una vendetta
Inserito da (admin), martedì 10 luglio 2007 00:00:00
Un uomo con il volto coperto entra nel gabbiotto per il noleggio self service. Ma non è un cliente qualsiasi. Vicino all'ingresso posiziona la bomba. Quando lo sconosciuto si allontana, l'ordigno esplode, ma l'esplosione fa più danni del previsto, perché la sua potenzialità non è tale da provocare una deflagrazione così massiccia. C'è, però, un particolare: la bomba è stata rinchiusa in un gabbiotto e quella combinazione diventa letale. A rivelare i fatti è un filmato in possesso della Polizia. Gli uomini del Commissariato, diretto dal vicequestore Pietro Caserta, stanno lavorando senza sosta per dare un volto ed un nome a chi ha messo a punto l'attentato dinamitardo al negozio di videonoleggio "Cine&Città".
Le immagini immortalate dalle telecamere a circuito chiuso qualche minuto prima dell'esplosione sono state visionate più volte, perché i nastri risulterebbero in parte danneggiati. Il volto dell'uomo non si vede. Con ogni probabilità è camuffato, ma gli investigatori sono riusciti a scoprire un particolare importante: l'ordigno usato non era così potente come si ipotizzava nelle prime ore sulla base dei danni provocati. All'origine del violento scoppio ci sarebbe la combinazione della presenza della bomba in un locale angusto e chiuso, come quello del gabbiotto per il self service. La tesi sarebbe confermata anche dagli accertamenti degli uomini della Scientifica.
Questa scoperta porterebbe gli investigatori a pensare che chi ha agito non voleva distruggere "Cine&Città". L'uomo, che gli inquirenti chiamano il "vendicatore", voleva lasciare il segno per rispondere con la violenza ad un torto subito. Continuano, così, i controlli incrociati anche nella vita privata del titolare, Antonio Fiorillo. Stando a quanto riferito alla Polizia, Fiorillo non riesce ad individuare quello che potrebbe essere il suo possibile nemico. Nelle prossime ore gli investigatori potrebbero fargli visionare il filmato.
Intanto, resta il mistero anche sul secondo rogo registratosi in città, all'agenzia di pompe funebri "La Metelliana". «Stiamo lavorando ai due casi come se procedessimo su due binari separati - ha detto il vicequestore Pietro Caserta, mantenendo stretto riserbo sugli sviluppi delle indagini - Ripeto, come già ho fatto nei giorni scorsi, che le nostre indagini sono a 360 gradi. Al momento non ci sentiamo di escludere alcuna ipotesi». Sul rogo all'agenzia di Corso Mazzini, comunque, è ancora mistero. Sulla base dei rilievi eseguiti, ormai è chiara la ricostruzione. A provocare le fiamme sarebbe stato del liquido incendiario, messo davanti alla porta laterale, e l'esplosione sarebbe poi stata causata dallo scoppio di un estintore. L'entità dei danni e la stessa tecnica usata lascerebbero pensare ad un avvertimento: la richiesta di soldi o l'intimidazione di un concorrente. Queste le piste seguite dalla Polizia.
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