Tu sei qui: CronacaBidoni tossici, interviene il Consorzio di Bonifica
Inserito da (admin), giovedì 19 febbraio 2004 00:00:00
Sarà il Consorzio di Bonifica dell'Agro nocerino-sarnese ad effettuare la rimozione dei bidoni di rifiuti tossici dal vallone Lupo, nella frazione metelliana di Sant'Anna. Potrebbe essere martedì prossimo il giorno indicato per bonificare uno dei numerosi siti dove ignoti, almeno per ora, hanno interrato 10 fusti da 200 litri ciascuno. Intanto, il Consorzio di Bonifica sta provvedendo alla pulizia del sito dalla folta vegetazione che parzialmente l'ostruisce. Due le soluzioni a disposizione dei responsabili del Consorzio. Quella di affidare con una veloce gara d'appalto il delicato intervento ad una ditta specializzata; in alternativa, effettuare direttamente la rimozione dei fusti, considerate le ottime capacità tecniche e professionali a disposizione della struttura di bonifica dell'Agro. La scelta di affidare al Consorzio di Bonifica tutta la gestione del problema è stata presa dal Comune, vista l'esistenza di rapporti di lavoro fra i due Enti e giacché i siti da bonificare sono diversi ed occorre ridurre i tempi per giungere ad una definitiva soluzione. Sembra avviarsi ad una conclusione positiva, dunque, la vicenda del vallone Lupo. Ma per un problema che si risolve, molti altri restano sospesi nella frazione a nord-est di Cava. Ed ancora, nuovi potrebbero aprirsi, considerato che diverse segnalazioni indicano l'esistenza di un sito abusivo di sostanze nocive anche in località Starza. «Ho già annunciato - dice Luigi Napoli, assessore all'Ambiente - che la rimozione sarebbe stata affrontata con impegno e funzionalità in tempi brevi. Devo ringraziare l'Ufficio Urbanistica per il solerte lavoro fatto, cosa che ci fa ben sperare per la soluzione di altri problemi analoghi ancora insoluti». Resta, però, da affrontare la questione responsabilità. «Mi congratulo con l'Amministrazione Messina - afferma Enzo Passa, consigliere comunale di "Patto per Cava" - per la conclusione di questa vicenda, ma altre restano in piedi. Il punto principale è soprattutto quello di individuare i responsabili di quest'abuso gravissimo. Anche questo è compito di una seria gestione amministrativa». «Interrare sostanze tossiche - interviene Federico De Filippis, dirigente della Margherita - è un reato perseguibile dalla legge. Come sono ugualmente perseguibili i produttori delle sostanze, nonché gli autori materiali dell'interramento. Viste le precarie condizioni ambientali delle nostre colline, non è difficile immaginare l'esistenza di numerosi altri siti abusivi».
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