Tu sei qui: CronacaBarboni, per fortuna ci sono i frati
Inserito da Il Mattino (admin), venerdì 28 dicembre 2001 00:00:00
Barboni, poveri e vagabondi frequentano quotidianamente Cava de' Tirreni, muovendosi anche dall'Agro nocerino-sarnese, da Salerno e perfino da Napoli. Il loro punto di riferimento è la Mensa del Convento di San Francesco (nella foto in alto). Qui i frati Cappuccini gestiscono da oltre un secolo un refettorio, che assicura un pasto caldo a tutti coloro che altrimenti non avrebbero possibilità di sfamarsi. Quanti sono gli avventori del refettorio della solidarietà? Settanta, ottanta, anche cento al giorno. I frati accolgono chiunque abbia realmente bisogno, senza fare distinzioni sociali o "di categoria": barboni, girovaghi per scelta, ubriachi, tossicodipendenti, zingari, extracomunitari. Il responsabile è fra' Gigino (nella foto), che insieme a frate Agnello serve direttamente ai tavoli i suoi ospiti, interpretando con rigore la regola di accoglienza agli ultimi dettata dal santo di Assisi. Dove dormono i "clochard" a Cava de' Tirreni? «Dove possono - spiega fra' Gigino - se trovano un portone aperto e nessuno li caccia si fermano lì, altrimenti sotto i portici o in un cartone. Alcuni sostano davanti al nostro convento, altri tornano a dormire nei luoghi di provenienza». Per loro il frate ha un sogno: costruire un dormitorio, puntando sempre ed unicamente sulle offerte.
«Serve il dormitorio»
«Noi non abbiamo sovvenzioni o finanziamenti e ci reggiamo unicamente sulle offerte dei fedeli. Il locale è stato già individuato, ma per realizzare il rifugio notturno ci vorrebbero diverse centinaia di milioni. Diamo tempo al tempo: è un traguardo cui arriveremo, non ho dubbi». Intanto, il Convento per il nuovo anno ha stampato il tradizionale Calendario della solidarietà, che sta andando a ruba come sempre: con il ricavato si vanno a finanziare le attività caritative legate alla mensa. Stessa destinazione per il denaro raccolto attraverso il monumentale presepe, allestito presso il chiostro. Recentemente la Mensa del S. Francesco è stata dotata di un nuovo impianto elettrico e di una nuova pavimentazione. Un altro progetto per la realizzazione di un dormitorio è quello che fa capo alla Caritas diocesana di Amalfi-Cava ed a Casa Nazareth, la struttura gestita come una vera e propria famiglia per l'accoglienza di minori a rischio e disagiati psichici. A dirigere quest'ultima è Gino Balestrino, che ricorda le difficoltà incontrate per la concretizzazione di un progetto socialmente così importante, come quello di un centro notturno: «Abbiamo avuto la piena disponibilità della Caritas e del nuovo vescovo, il vero problema è che non riusciamo a trovare un locale adeguato qui a Cava. Io ho fatto esperienza di accoglienza con i barboni anche a Salerno, presso il centro di don Ciro al Quartiere Europa. Per quello che riguarda l'ambiente metelliano, posso dire che molti barboni sono di passaggio». Insomma, si viene a delineare una sorta di "pendolarismo degli ultimi", che fanno la spola tra Cava e l'hinterland.
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