Tu sei qui: CronacaAttentato Baldi, spunta la pista parcheggi
Inserito da (admin), lunedì 19 luglio 2004 00:00:00
Due spari contro l'auto di Giovanni Baldi, una lettera minatoria recapitata negli uffici di Palazzo di Città, una denuncia per presunte minacce e pressioni rivolte ad un assessore della Giunta Messina: le indagini sull'attentato contro il presidente del Consiglio comunale non si fermano agli ultimi atti della vita politica amministrativa, ma scavano nella lunga scia di attentati incendiari ai danni di politici delle passate Amministrazioni, perché in grado di svelare un presunto comune denominatore. Secondo un'ipotesi investigativa, non confermata dagli inquirenti, intenzionati a mantenere secretate le indagini, un elemento comune legherebbe l'incendio del 1998 all'auto dell'ex assessore Salvatore Adinolfi, il rogo del 2000 al vecchio Maggiolone dell'allora assessore Flora Calvanese e, via via, fino agli spari all'Opel di Baldi. Si tratterebbe dell'"affaire parcheggi". A rafforzare questa pista spuntano ora nuovi sospetti. «In quel periodo si discuteva della questione parcheggi - ricorda Salvatore Adinolfi, oggi dirigente della Se.T.A., all'epoca dei fatti assessore ai Servizi tecnologici ed alla Casa - e ricordo bene che, all'indomani dell'attentato incendiario, circolavano voci che legavano l'episodio proprio al nodo parcheggi». Circostanza che si sarebbe ripetuta anche con l'incendio all'auto della Calvanese. «Eppure io non oso neppure pensarlo - precisa Adinolfi - visto che non ero coinvolto nella vicenda e non ero assessore al ramo. Le indagini sul rogo non sono state chiuse. Ed ancora oggi non so darmi una spiegazione. So solo che è stato terribile. Nessuno meglio di me può capire come si sente in queste ore il dott. Giovanni Baldi: un uomo onesto, una persona perbene, da sempre impegnata nel sociale. Sono molto vicino a lui ed alla sua famiglia». Al momento si resta nel campo delle ipotesi, sebbene faccia riflettere il ripetersi di questi gesti intimidatori alla vigilia di importanti decisioni in materia di parcheggi. Per avere qualche elemento in più, gli investigatori (sulla vicenda stanno lavorando la Digos della Questura di Salerno ed il Commissariato di Polizia locale) hanno chiesto una perizia balistica sui due bossoli ritrovati sull'asfalto in via Pasquale Lamberti, a Santa Lucia, a pochi metri dall'auto di Baldi. Ed inoltre, l'elenco completo dei numeri telefonici che in queste ultime settimane hanno raggiunto il telefono fisso di Giovanni Baldi e di alcuni amministratori comunali. Accertamenti di rito - spiegano gli inquirenti - dopo qualsiasi denuncia per minacce o pressioni intimidatorie. Eppure, anche il controllo delle chiamate sulla rete fissa è uno degli strumenti investigativi messi in atto dalla Digos per venire a capo del mistero. Il controllo dei tabulati telefonici servirebbe agli inquirenti per eseguire alcuni controlli incrociati, ed in particolare per scoprire se chi ha lanciato l'avvertimento avesse tentato nei giorni immediatamente precedenti di contattare la "vittima" o solo di verificare le abitudini della famiglia Baldi. E non basta. Nelle ore successive all'episodio, l'assessore al Bilancio, Giovanni Carleo, aveva espresso parole dure contro presunte fughe di notizie da Palazzo di Città, svelando che erano stati chiesti chiarimenti da parte di personaggi esterni all'ambiente politico su decisioni non ancora adottate dall'Amministrazione. Stando ad indiscrezioni, ci sarebbe anche una denuncia formale presentata da un amministratore di maggioranza per presunte intimidazioni. Questi elementi allargherebbero, dunque, il campo degli accertamenti. Non è escluso che nelle prossime ore gli investigatori intendano verificare anche i tabulati di altri numeri fissi, intestati ad altri personaggi di spicco della Giunta.
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