Tu sei qui: CronacaApicella-Pannullo: "Ridateci la legge 11"
Inserito da (admin), lunedì 15 marzo 2010 00:00:00
Mario Pannullo, candidato al Consiglio comunale di Cava de’Tirreni, dopo l’incontro che si è svolto presso la biblioteca comunale della città metelliana, organizzato dall’Osservatorio cittadino sulle diverse abilità, ha incontrato ed ascoltato un giovane cittadino cavese, Antonio Apicella.
Tony - è così che tutti lo conoscono - è 26enne residente a Cava de’Tirreni diversamente abile, affetto da paraparesi spastica infantile con un’invalidità riconosciuta dalla commissione medica legale del 100%.
«Attualmente ho difficoltà nel camminare, presento una forte rigidità agli arti inferiori - dice Apicella - e riesco a spostarmi da una parte all’altra solamente con l’aiuto di ausilio (canadesi). Sin da piccolo la mia patologia si presentava in una forma molto grave, tanto da non riuscire nemmeno a mantenermi da seduto. Solo grazie all’aiuto dei miei genitori, dei vari controlli ed interventi chirurgici effettuati e soprattutto grazie ad una buona terapia post operatoria, il tutto accompagnato anche dalla mia ardente pazienza e volontà, sono riuscito ad ottenere degli ottimi risultati che mi hanno permesso di arrivare all’obiettivo prefissato sin da piccolo: quello di essere quasi indipendente e di non chiedere aiuto a nessuno».
Pannullo, da sempre attento alle problematiche legate al sociale, non ha potuto fare a meno di dare voce a questo ragazzo che fino a tre anni fa svolgeva le sedute di terapia riabilitativa presso un centro di riabilitazione sito in Cava de’Tirreni. Da circa un anno, invece, ogni volta che Apicella presenta la richiesta presso l’Asl per il rinnovo di validità delle terapie, si ritrova con le stesse dimezzate, ovvero i minuti previsti per le terapie sono scesi da 45 a 30.
«Non ho mai ottenuto spiegazioni a riguardo, pur avendole richieste più di una volta a chi di competenza. La risposta? Scarsa considerazione e nessuna spiegazione valida e sensata. I 45 minuti erano indispensabili per le terapie e per stare meglio, ora i 30 minuti previsti diventano 20 perché una volta che si arriva al centro riabilitativo bisogna firmare, bisogna togliersi le scarpe, sistemarsi e poi si può iniziare la terapia. Non avendo tempo materiale a disposizione, non si riesce neppure a completare la mobilizzazione ai quattro arti. Tra l’altro non si può neanche recuperare il tempo perso, perché subito dopo il trattamento c’è un altro paziente che deve iniziare la sua terapia. Conseguenza di tutto ciò è che non riesco nemmeno più a fare idroterapia, dalla quale traevo grande beneficio, perché mi faceva sentire molto più rilassato ed elastico».
La denuncia di Antonio Apicella è forte: «Ridateci la legge 11 perché è indispensabile. Una terapia di soli 30 minuti mi limita nei movimenti ed apporta ulteriori danni. A mio parere la mezz’ora di terapia per la mia patologia è una gran presa per i fondelli e, se devo continuare così, preferisco non farla più. A questo punto la responsabilità di un mio peggioramento (tipo che un giorno mi blocco completamente) se la prenderà chi di competenza».
Ufficio Stampa Mario Pannullo - Cava per le libertà
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