Tu sei qui: CronacaAntonio Avagliano è morto per cause naturali
Inserito da (admin), martedì 5 maggio 2009 00:00:00
Niente violenza, nessuna droga. Svanite nel nulla le piste precedentemente seguite dagli inquirenti per scoprire le cause della morte di Antonio Avagliano, il 37enne cavese ritrovato senza vita su una spiaggia di Hong Kong la scorsa settimana.
Il mistero che avvolgeva l’accaduto si è dissolto ieri grazie al primo esame autoptico effettuato dai medici cinesi. A troncare in maniera improvvisa la giovane vita di Antonio è stato un arresto cardiocircolatorio, causato probabilmente da una congestione sopraggiunta dopo un bagno a mare. Una morte naturale, quindi, che smentisce tutte le congetture e le false indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi.
Nessuna rissa, nessuna rapina o assassinio. La conferma ufficiale è arrivata ieri notte, dopo che i familiari del ragazzo sono giunti ad Hong Kong per espletare l’arduo compito del riconoscimento della salma. Solo grazie alla prima autopsia si è potuta ricostruire la dinamica dei fatti. Antonio, probabilmente, aveva mangiato prima di entrare in acqua. Forse le temperature gelide dell’Oceano gli sono state fatali.
È stato l’avv. Claudio D’Amato, nominato ieri insieme a Valerio Kalby per rappresentare la famiglia del giovane, a chiarire che già dal primo comunicato ufficiale diramato dalla Polizia di Hong Kong era specificato che il corpo del ragazzo era stato ritrovato presso la “Worwot Road” senza segni di morte violenta.
Intanto, lo zio di Antonio, Armando Campeglia, la sorella Carmela ed il cognato dovrebbero rientrare in giornata da Hong Kong, mentre la salma dovrà restare qualche altro giorno in Cina per permettere ai medici legali di terminare tutti gli esami. Sarà un rappresentante dell’Ambasciata italiana ad accompagnare il rientro del corpo in patria.
«Antonio non poteva essere coinvolto in una rissa - ha ribadito il cugino, Domenico Campeglia - era un ragazzo buono come il pane, una persona molto sensibile, che non ha mai fatto uso di droghe. Sono state dette tante falsità. Ora la cosa migliore è fare silenzio e rispettare il dolore dei parenti».
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