Tu sei qui: CronacaAnche a Cava il "caffè sospeso"
Inserito da (admin), lunedì 19 dicembre 2011 00:00:00
Quante volte, durante la giornata, veniamo avvicinati da persone in difficoltà economiche, le quali ci chiedono di pagare loro un caffè. Il mutuo soccorso verso il prossimo, il modesto gesto di sostegno verso una persona a noi sconosciuta, l’attenzione nei confronti dei diseredati ci porta a riflettere sulla concreta capacità di essere vicino agli altri. Non sempre noi tendiamo l’orecchio o lo sguardo verso i bisogni altrui!
Il più delle volte, con la complicità del cellulare, ci fingiamo distratti! Quando entriamo in un bar per bere la calda bevanda scura nella bollente tazzina, semmai in compagnia di amici, lo facciamo per concederci un attimo di relax, senza pensare mai a quanti sono nei pressi e, per mero pudore, non ci chiedono di pagare loro un caffè? Facendo nostra una storica usanza partenopea, possiamo riconciliarci con la coscienza!
Negli anni ’60, quando per ragioni di studio o diletto ci recavamo a Napoli, nel sorbire un caffè al bar, ci è dato vedere altri avventori i quali, nell’avvicinarsi alla cassa del bar, proferivano la seguente frase: “pago due caffè, uno per me ed uno sospeso”. Stupiti ci chiedevamo: “cosa sarà il caffè sospeso?”. La nostra curiosità venne subito acquietata quando vedemmo entrare una persona avanti con l’età e malconcia, la quale, rivolgendosi al barista, chiese: “avete qualche caffè sospeso?” Alla richiesta, senza indugio e senza alcun pagamento, gli venne servito un caffè!
Questa scena l’abbiamo vissuta più volte fino a quando una mattina, nel pagare due caffè, per sorbirne solamente uno, richiedemmo alla cassiera del bar di spiegarci cosa fosse il caffè sospeso. La risposta fu: “il caffè sospeso è il pagamento di due tazzine di caffè, come ha fatto lei che è solo, di cui una viene sorbita appunto da lei e l’altra resta riservata a quanti, nel corso della giornata, pur avendone desiderio, non saprebbero come pagarlo”. Tale gesto di bontà non deve essere inteso del pari ad un obolo poiché è, invece, un tradizionale atto di fratellanza!
Il 10 dicembre, Giovanni Ruggiero, cronista dell’Avvenire, ha scritto un bellissimo articolo sul tradizionale “caffè sospeso” e noi, unitamente all’amico Romano Virtuoso, sentendoci fortemente entusiasmati, ci siamo posti l’interrogativo: “perché non concretizzare anche nei bar di Cava de’Tirreni il tradizionale caffè sospeso”?
Nel richiedere il parere preventivo a Gino Montella del Bar Garibaldi e ad Antonio Avallone del Bar Divino Caffè (Parco Beethoven), questi, oltre a dare l’immediata disponibilità all’iniziativa, ci hanno chiesto di migliorarla, cioè: dei due caffè richiesti, uno verrà pagato a prezzo intero e sorseggiato dal cliente che li ha pagati, l’altro, il sospeso, costerà solo 35 centesimi di euro. A sera, qualora non siano stati richiesti tutti i caffè sospesi, il barista, la mattina seguente, nell’intraprendere l’attività, indicherà in un cartello, tenuto bene in vista, quanti caffè sospesi sono ancora da distribuire.
Nella certezza che i titolari dei bar della nobile “piccola Svizzera” supporteranno il benevolo progetto, per ogni ulteriore informazione possiamo contattare l’amico Romano Virtuoso nella sede dell’Associazione “Gennaro Melillo”, presso l’ex ONPI di Corso Giuseppe Mazzini, oppure allo 089.46.53.44 (ore pasti).
Livio Trapanese
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