Tu sei qui: CronacaAlfredo D'Amico nella rosa dei "silenziosi" pittori cavesi
Inserito da Livio Trapanese (admin), venerdì 22 luglio 2011 00:00:00
Quarto di cinque figli, Alfredo D’Amico nasce nell’immediato dopoguerra nell’amena località di Licurti della frazione di Sant’Arcangelo di Cava de’Tirreni. La madre, Immacolata Manzo, ed il papà Martino lo accolgono fra le loro braccia nella soleggiata casa di famiglia all’alba del 21 gennaio 1944.
Alfredo D’Amico, all’età di 22 anni, assolti gli obblighi di leva a Palmanova, a pochi passi fra Udine e Gorizia, emigra in Germania e più esattamente a Colonia. Dopo tre anni di esperienza lavorativa, colto dalla nostalgia, come accade ai cavesi che per qualsiasi ragione sono “costretti” a lasciare la terra natia, la Valle Metelliana, torna fra i suoi cari, dando fondo alla passione di pittore paesaggista. Coniugato con Maria Fortunata Manzo, hanno due splendidi figli, oggi adulti: Laura e Martino, entrambi noti e stimati nella “nostra” Bologna del sud e non solo, del pari ai genitori.
Molteplici sono state le mostre dei suoi lavori, ospitate non solo nella “sua” Piccola Svizzera, ma in ogni parte d’Italia. Il maestro Alfredo D’Amico lo possiamo incontrare nello studio di Corso Umberto I, n. 108. Il nipote del mai tanto compianto nostro concittadino Avv. Domenico (Mimì) Apicella, nonché noto critico d’arte metelliano Antonio Apicella, definisce l’artista pittore cavese Alfredo D’Amico «uno degli ultimi “cantori” della scuola vedutista napoletana dell’800».
Il maestro Alfredo D’Amico, da vero artista, predilige dipingere in luoghi aperti, carpendo da questi il “soggetto” da realizzare sulla tela. Per tale ragione, ci piace definire l’artista Alfredo D’Amico «uno storico della città dei portici», atteso che tramanda ai posteri non con lo scritto, ma con pregevoli tavole pittoriche, fatti ed eventi della “sua” Cava de’Tirreni.
Eccelle nel disegno e nella prospettiva di base. Raffinato e poetico nell’impostazione scenografica del paesaggio e nella scelta delle figure da ritrarre. Le sue opere sono molto apprezzate per la delicatezza dei colori pastello che usa e per le svariate tonalità di verde che solo lui riesce a riprodurre. Belli i contrasti fra luci ed ombre, la veristica rappresentazione di rocce assolate, i cieli azzurri e celestini, a volte solcati anche da batuffoli di nuvole. Si distingue anche per gli intonaci di muri decrepiti, ornati di pallide roselline, e per quella rasserenante sensazione di benessere che la visione dei suoi delicati e romantici paesaggi trasmette.
Le rocce di alcune sue opere assumono un aspetto umano, come le erbe diventano capelli e barba, mentre le nuvole rappresentano esseri diabolici, vaganti nel cielo, il tutto in un crescendo susseguirsi di scene fantasmagoriche. La prediletta pittura di Alfredo D’Amico, creativo ed estroso, sono i paesaggi nostrani. A lui spetta infatti il merito di aver tramandato ai posteri, attraverso i tanti lavori eseguiti, immagini di luoghi, paesaggi, casali e cortili della valle metelliana, che oggi ahinoi, non esistono più.
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