Tu sei qui: CronacaAcqua, scatta l'emergenza
Inserito da (admin), lunedì 1 settembre 2003 00:00:00
Settembre con lo spettro di una crisi idrica. Le zone alte di Salerno, la Valle dell'Irno, Cava de' Tirreni ed una parte dell'Agro potrebbero essere le aree interessate. Il temuto calo delle sorgenti, peggiorato dal lunghissimo periodo di siccità, è arrivato. Ora c'è l'ufficialità. Dall'Asia, l'azienda dell'Ausino, è giunta la comunicazione che questa fonte ha il 10% di acqua in meno. Nessun allarme, nessun problema si è manifestato per i cittadini, ma per il momento c'è la constatazione di un fatto. E le previsioni non sono rosee. È lo stesso presidente dell'azienda, Achille Mughini, a spiegare: «Il calo c'è ed è il calo atteso, quello fisiologico, dovuto al periodo e per effetto dell'assorbimento estivo». Tuttavia, secondo alcune stime tecniche dell'azienda, questo calo potrebbe raggiungere anche il 20-30%. Insomma, quel 10% potrebbe essere solo l'inizio. «Sia pure in presenza di un calo con queste cifre più elevate - dice ancora Mughini - non è detto, così come è stato in anni passati, che questo determini problemi di approvvigionamento idrico alle città». Parole che tranquillizzano e che si uniscono a messaggi di un uso moderato dell'acqua. Intanto, il presidente dell'Alto Sele, Gabriele Cavallaro, ha convocato per oggi un vertice con i direttori delle tre aziende Asia, Asis e Consac. Verrà fatto il punto della situazione e si cercheranno possibili soluzioni. La nota positiva in tutto questo è che le sorgenti degli altri due consorzi, il Consac e l'Asis, non presentano cali. O meglio, come puntualizza il presidente dell'azienda del Sele, Ferdinando Sorrentino: «Non ci sono gli stessi livelli di qualche mese fa, ma le nostre forniture continuano ad essere regolari, anche perché inizia ad esserci, nel contempo, una minore richiesta d'acqua da parte dei Comuni». I vacanzieri, infatti, stanno lasciando la provincia, ma questo significa che ci sono anche rientri nelle città, ad iniziare da Salerno, dove la richiesta potrebbe aumentare. La prova del nove saranno sia gli uffici al completo che la riapertura delle scuole. Tempo una decina di giorni. La situazione, dunque, è di allerta. Le società idriche sembrano fiduciose, ma non è possibile fare previsioni su quanto accadrà. In ogni caso, oggi la discussione con i direttori delle aziende verterà anche su come poter affrontare la crisi. Non è facile pensare a misure straordinarie, anche se, ancora una volta, sono quei 1.000 litri d'acqua mai prelevati dai pozzi di Sicignano degli Alburni ad essere guardati come la manna dal cielo. Ma quei pozzi sembrano intoccabili. Esattamente un anno fa, il 30 agosto 2002, la Regione aveva riaffidato ad una nuova impresa l'esecuzione dei lavori di completamento delle opere (soggette a sequestro penale ed in parte anche civile, già, quindi con giudizi pendenti per abusi ed illegittimità) e consentire il prelievo d'acqua. Tutto fu, poi, bloccato. L'impresa non poté eseguire quei lavori nella zona perché «allo stato, senza emanazione dei nuovi decreti di occupazione, risulta non accessibile». Da allora il silenzio. L'ultimo atto, a dicembre scorso, del sindaco di Sicignano, Domenico Pizzicara, che emise un'ordinanza di «ripristino dello stato dei luoghi con demolizione delle opere non autorizzate» e che adesso dice di essere pronto in ogni momento a dare esecuzione a quel provvedimento.
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