Tu sei qui: CronacaAbusi sulle figlie, 7 anni al camionista
Inserito da (admin), giovedì 1 febbraio 2007 00:00:00
È stato condannato a 7 anni di carcere Silvio Marini, il camionista di Santa Lucia accusato dell'atroce reato di violenza carnale nei confronti delle due figlie, Elisabetta e Simona. Ieri pomeriggio, la prima Sezione penale del Tribunale di Salerno ha emesso la sentenza di condanna, respingendo la richiesta del pm Cantarella, che al termine della requisitoria aveva chiesto l'assoluzione per il camionista di Santa Lucia, rappresentato in aula dall'avv. Maurizio Mastrogiovanni. Il collegio, presieduto dalla dott.ssa Boccassini, ha scelto, però, il pugno di ferro, condannando l'uomo a 7 anni di carcere ed al risarcimento di 10mila euro nei confronti di Elisabetta e di 5mila euro per Simona, entrambe assistite dall'avv. Giovanni Del Vecchio. Silvio Marini dovrà provvedere anche al pagamento delle spese processuali, di poco più di 3mila euro.
La sentenza è stata pronunciata nel primo pomeriggio. L'udienza era terminata con l'arringa dell'avv. Del Vecchio, legale delle figlie del camionista, che con vigore dialettico si era detto profondamente colpito dalla richiesta del pubblico ministero. Alle 15 è arrivata la sentenza di condanna, che pone la parola fine al lungo processo. I fatti risalgono al 1992. Secondo la testimonianza resa dalle due giovani ai Carabinieri, dal 1992 al 1999 il padre avrebbe abusato di loro. Un racconto drammatico. Il genitore le avrebbe adescate con pressioni fisiche e psicologiche. Per quasi 7 anni le due ragazze sarebbero state costrette a subire maltrattamenti, percosse ed aggressioni, fino all'abuso sessuale.
Secondo il racconto delle due sorelle, non si sarebbe trattato di rapporti completi, ma di palpeggiamenti ed altre molestie, come la perversa abitudine di assistere ad atti libidinosi. Tanta violenza sarebbe rimasta celata nel silenzio ed appesantita delle condizioni della madre, gravemente ammalata. Tutto ciò fino alla confessione drammatica, rilasciata nei primi mesi del 2000, quando le due giovani erano ormai lontane dalla casa paterna. Una volta sicure di poter contare sull'appoggio di una nuova famiglia (entrambe si sono sposate), avrebbero trovato alla fine la forza di denunciare il padre.
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