Tu sei qui: CronacaAbbattimenti, interviene Monetta
Inserito da (admin), giovedì 30 settembre 2010 00:00:00
Dopo aver preso parte all’incontro pubblico svoltosi il 24 settembre a Gragnano (Na) sulla tematica delle demolizioni delle abitazioni di necessità, il consigliere comunale delegato alla Casa, Matteo Monetta, espone il suo pensiero in merito. Analisi, riflessioni e proposte: leggiamo insieme…
“Dopo aver partecipato all’incontro di venerdì 24 settembre, cercherò di sintetizzare il mio pensiero. Ritengo che la questione da evidenziare e da perseguire sia quella della problematica della solidarietà sociale dei nuclei familiari che hanno realizzato l’alloggio abusivo quale abitazione principale. Bisogna fare, però, una disamina dell’ideologia sottostante, quella che per altre ragioni contrasta con questa possibilità di farla considerare ad una parte del tessuto sociale, che vede il fenomeno dell’abusivismo come illecito, senza proprio valutarlo sotto l’aspetto sociologico.
Fino ad ora, il soggetto abusivista è stato considerato dalla società civile come colui che, in barba ad ogni regola e norma, ha abusato del territorio e portato scompenso e spregio alla collettività. Questo è certamente un dato reale: il legislatore, nel momento in cui all’inizio del secolo precedente ha avocato a se il diritto ad aedificandum (che un tempo era incorporato nel diritto di proprietà di un fondo), lo ha fatto perché vi era la necessità di regolarmente con i servizi collettivi l’esigenza del governo del territorio. Come colui che, quale furbetto di turno, in barba ad una legge che nella funzione di deterrente non ha funzionato, ha trovato la scorciatoia per risolvere il problema della casa, perché con meno soldi ha ottenuto un risultato maggiore dal punto di vista dei vantaggi (cioè, non comprare una casa vecchia, ma farsi una villetta nuova allo stesso costo).
Anche questo punto non è da trascurare, perché molti hanno solo speculato, avendo già altri alloggi oppure avendo realizzato superfici ben superiori a quelle necessarie alle esigenze del proprio nucleo familiare. La società civile oggi chiede un risarcimento allo Stato mediante il pareggio dei conti attraverso l’applicazione della norma prevista: gli abbattimenti delle case abusive. Organo demandato al loro adempimento è la Magistratura, che pedissequamente deve applicare la norma. Nel frattempo, però, il problema è divenuto colossale: nell’incontro si è parlato di 60/70mila abbattimenti da eseguire solo nella nostra Regione. E’ questo il punto che fa divenire la questione un problema sociale, in quanto esso riguarda una categoria di soggetti e di nuclei familiari ben inquadrabili, ossia una fascia a reddito basso, che nei Comuni ad alta densità abitativa era interdetta dal regolare mercato delle abitazioni. Inoltre, il problema del numero spropositato di ordini di abbattimento, mettendo in strada i relativi nuclei familiari, non è possibile valutarlo solo come un dovere da fare, senza che sia soppesato come devastante problema di tutta la collettività.
Pertanto ritengo che occorre, nella cultura giuridica del nostro Paese, trovare una soluzione mediata con un provvedimento legislativo, ma che non sia un puro e semplice decreto ferma-ruspe, in quanto sarebbe contrastato dalla società civile e gli abusi continuerebbero. Occorre un provvedimento che dovrebbe coprire quella valenza sociale. Di fine solidaristico, di cui la nostra Costituzione è garante nei confronti di tutti i consociati, contemperando nello stesso tempo le esigenze della società civile fautrice degli abbattimenti, ripristinanti la legalità ed il recupero del territorio, ma anche quelle di salvaguardia e tutela della fascia debole degli abusivi i cui immobili verranno abbattuti, il cui intento non era speculativo, ma volto a risolvere il loro fondamentale diritto alla casa.
La soluzione deve essere quella di percorrere la strada della solidarietà sociale mediante un disegno di legge che intervenga a favore di quelle famiglie che, qualora fosse abbattuta la loro abitazione principale, dovranno essere assistite mediante la realizzazione e l’assegnazione di alloggi E.R.P., finalizzati specificamente a tale scopo. Per quelle abitazioni in fasce di rispetto, la cui permanenza costituisca pericolo, fin quando non è possibile assegnare gli alloggi, bisognerà pagare un’indennità di occupazione il cui mancato pagamento deve dare titolo immediato di esecuzione di sfratto.
Per il futuro, occorrerebbe inoculare nel sistema normativo una regola con una pregnanza interdittiva più forte nei confronti di nuove realizzazioni abusive. Ad esempio, qualora a seguito dell’acquisto o della donazione di un fondo, viene realizzato un immobile totalmente abusivo, all’atto sottostante, in quanto la causa del contratto era finalizzata ad un’attività illecita, lo stesso va dichiarato nullo. In tal caso vi sarebbe l’immediata retrocessione del suolo al precedente proprietario e l’immediato abbattimento del manufatto. Ora l’azione deve essere tesa a far passare idee come questa, anche elaborando materialmente la produzione di una specifica norma o mediante emendamenti in disegni gia presentati, ciò mediante l’aiuto dei politici nazionali e regionali, sensibili alla questione esposta”.
Matteo Monetta, Consigliere comunale delegato alla Casa
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