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Cronaca

"A tu per tu" con... Letizia Vicidomini

Inserito da (admin), mercoledì 25 giugno 2014 00:00:00

I tavoli ci sono. Le sedie pure. Non mancano il limoncello di “Maurizio Russo” ed i biscotti ed il cioccolato de “Il frutto della passione”. Appena giunti, due chiacchiere per salutarsi e dare un’impronta alla scaletta. Le persone, intanto, arrivano. Si accomodano, occupano tutti i tavoli. Il cuore, anche se non si è alla prima presentazione, sale alla gola per l’emozione. D’altronde, ogni volta è una volta nuova, un’esperienza nuova.

Lei, nel frattempo, scambia altre battute con i compagni di viaggio, Luca Badiali e Brunella Caputo. Ha con sé quell’immancabile segno rosso. Quel colore che l’ha sempre accompagnata e che preferisce rispetto a tutti gli altri. Rosso come il colore del foulard sulle spalle. Rosso come il colore del divano su cui immortala alcuni momenti prima di “regalarsi” ai lettori/spettatori. Rosso come il colore della poltrona su cui la centenaria Ernestina accoglie tutti i suoi cari che con lei ripercorrono i fatti salienti della recente storia nazionale.

Lei è Letizia Vicidomini, autrice del libro “La poltrona di seta rossa”, ospite lo scorso 20 giugno al Rodaviva di Cava de’ Tirreni per la presentazione del suo nuovo romanzo, edito da Homo Scrivens. Una location, il Bar Libreria di via Montefusco 1, scelta per la convivialità degli incontri con il pubblico. Per l’atmosfera magica che sa regalare nel rapportarsi con chi ha sempre voglia di conoscere, di sapere. Di aprire i propri orizzonti.

E con Letizia Vicidomini ci siamo soffermati sul suo ultimo lavoro editoriale, sulle tematiche affrontate e sulle sensazioni trasmesse e ricevute nell’incontro “cavese” dello scorso fine settimana.

Letizia, nel romanzo “La poltrona di seta rossa” confluiscono diverse storie e diversi personaggi. Alla fine “emerge” la figura di Angel: chi è e da cosa gli deriva questo “dono” speciale?
Angel è il nipote preferito di Ernestina, la matriarca della famiglia. Diventa il secondo protagonista del romanzo, tra loro due c’è una sorta di “passaggio del testimone”. Il suo “dono” è vedere oltre il tangibile, attraverso intuizioni, visioni, sogni ad occhi aperti. Le modalità sono diverse, ma Angel aiuta sempre le persone che ama a trovare il bandolo della propria matassa emotiva.

Una saga familiare legata alla tradizione sudamericana, che non compare per la prima volta nei tuoi romanzi. Che rapporti ha Letizia Vicidomini con la tradizione sudamericana e quali rapporti ha “La poltrona di seta rossa” con la tradizione sudamericana?
La mia musa è stata certamente Isabel Allende, con la sua “Casa degli spiriti”, così come le meravigliose storie di Marquez, sempre intrise di esoterismo e magia, zeppe di personaggi variegati. La mia saga è toccata da quei legami tra persone che, di sangue o d’amore, rendono comunque le vite eccezionali.

“La poltrona di seta rossa” è un romanzo ricco di profumi, sapori ed odori. Ce n’è uno che predomina sugli altri?
Non saprei scegliere tra i tanti, ma forse il profumo aspro ed insieme fresco del limone, il suo aroma nei dolci e sui piatti amati e descritti da Angel e da sua madre, è uno dei più presenti.

Cosa rappresenta metaforicamente la poltrona di seta rossa?
Una sorta di linea di confine. Ernestina ci si siede per intavolare conversazioni, accogliere confidenze e lacrime, sorrisi e speranze. Quando le persone lasciano la poltrona sono cambiate e spero lo siano anche quelle che leggeranno la mia storia.

Non è la prima volta che Maurizio de Giovanni scrive per un tuo lavoro. Che valore hanno per te le sue parole?
Il viatico di Maurizio, la sua firma di garanzia sono per me un grande dono. Scrivere per me è importante, ma il dubbio sulla qualità di quel che si scrive è sempre presente. Il fatto che un autore incredibilmente bravo ed amato come Maurizio de Giovanni certifichi la bontà di quel che metto su carta è una sferzata di autostima e mi spinge a continuare.

Il libro è stato presentato lo scorso 20 giugno al Rodaviva. Quali sensazioni ti ha trasmesso il pubblico?
La presentazione al Rodaviva è stata la seconda, dopo la prima ufficiale al Maschio Angioino a Napoli. Non poteva esserci luogo migliore per testare il mio libro, pieno di persone splendide e di energie positive. Ho percepito forte l’amore per la cultura, per la condivisione e l’accoglienza sia dei titolari che degli ospiti. Mi sono sentita a casa. Aggiungi che ho chiacchierato con Luca Badiali, grande professionista della parola, ho avuto in dono la voce di Brunella Caputo, abbiamo brindato con il limoncello di “Maurizio Russo” e mangiato le delizie al cioccolato de “Il frutto della passione” e capirai che sono stata a dir poco felice.

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