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Cronaca

"A tu per tu" con... l'attrice Irene Maiorino

Inserito da (admin), martedì 10 gennaio 2012 00:00:00

Una mattinata grigia, fuori il cielo è coperto. In agenzia si lavora senza sosta, il telefono squilla, le carte svolazzano sulla scrivania. È il giorno dell’intervista. Bussano alla porta. È arrivata: è Irene Maiorino. Un incontro, quello a Palazzo di Città, quasi fortuito. Un’intesa, però, repentina. Perché non dare spazio ad un volto che porta in alto il nome di Cava de’ Tirreni? Ci siamo chiesti. Detto, fatto.

La Redazione de ilPortico.it accoglie con piacere l’attrice Irene Maiorino, protagonista di “Baciati dall’amore”, la fiction andata in onda su Canale 5 (regia di Claudio Norza), con Giampaolo Morelli, Gaia Bermani Amaral, Maria Amelia Monti, Flavio Montrucchio, Lello Arena e Pietro Taricone. Un “a tu per tu” fatto di scambi di sensazioni, di suggerimenti per l’amata Cava de’ Tirreni, ma soprattutto incentrato sulle esperienze fatte e sugli obiettivi futuri. Ecco la nostra piacevole chiacchierata con la 26enne attrice cavese.

- Irene, come è nato in te il desiderio di fare l’attrice?
In realtà è stata una sensazione - così proprio la definirei - che ho coltivato dentro di me fin da piccola e che ho riscoperto crescendo. La mia prima esperienza l’ho fatta a Cava de’ Tirreni con il laboratorio “Arte Tempra”, che ho frequentato negli ultimi anni del Liceo Scientifico. Poi, trasferitami a Roma, mi sono laureata al D.A.M.S. e nel frattempo ho continuato a studiare recitazione. La comunicazione, comunque, ha sempre rappresentato per me un aspetto “forte” ed importante. Mi piace l’interazione con le persone, lo scambio di opinioni, anche se ho impiegato un po’ di tempo prima di arrivare a capire in che modo “canalizzare” tale propensione, partendo dalla “briciola”. A Roma, infatti, non avevo amicizie, non conoscevo persone che potessero suggerirmi quali istituti frequentare e quali corsi seguire. Ed oggi posso dire che ciò che sono arrivata a fare è stato tutta farina del mio sacco, che spero di “riempire” ancora di più.

- La tua carriera ha avuto un inizio diverso dal solito. Come sei partita?
L’iter tradizionale nel campo cinematografico prevedrebbe l’anticamera del teatro e poi la televisione. Nel mio caso, invece, devo ammettere che mi sono trovata quasi subito davanti alla telecamera. Certo, ho avuto precedenti esperienze a teatro, ma il passaggio è stato veloce. Mi sono ritrovata a recitare ben presto in film e cortometraggi.

- Ad oggi, qual è stata l’esperienza che ti ha segnato di più?
Ero al primo anno di D.A.M.S., nella bacheca universitaria lessi un annuncio per un ruolo in un film indipendente, messo su da tre ragazzi che avevano a disposizione un piccolissimo budget. Si trattava di un lungometraggio, “Nell’ordine delle cose”, il cui regista Andrea Zuliani, all’epoca agli esordi, mi trasmise da subito una forte carica. Un’esperienza che mi ha lasciato “tanto cuore”. Una sorta di inizio parallelo: per me, che ero praticamente al debutto, e per Andrea, che oggi è affermato nel settore cinematografico con un curriculum che parla da solo. Ricordo la semplicità nel rapportarci, l’umiltà nello stare sulla scena, ma soprattutto la volontà di emergere. Sensazioni che porterò sempre con me.

- Sei stata tra le protagoniste della fortunata fiction “Baciati dall’amore”, andata in onda su Canale 5 da novembre a dicembre scorso. Svelaci qualche aneddoto in merito.
Uscita dal primo provino ero straconvinta del “no”. Mi ero presentata per interpretare il ruolo di “Camilla” (la secondogenita di “Carlo Gambardella”) con tanto di capelli neri, calze a rete e tutto ciò che potesse essere previsto per una “dark”. Poco dopo fui richiamata, invece, per il ruolo di “Luisa”, la figlia maggiore. In quella circostanza il provino lo sostenni in tuta, scarpe ginniche e tutto ciò che potesse rispecchiare i panni di una 16enne sportiva, assennata e responsabile.

- Quello dei “dark”, come degli “emo”, è uno stile di vita che si sta diffondendo sempre più tra i teenagers. Tu che l’hai “vissuto” indirettamente nella fiction, che suggerimenti daresti ai tanti ragazzi ed alle loro famiglie che lo vivono quotidianamente?
C’è chi lo ha definito “fenomeno adolescenziale”, chi ha parlato di strada della sofferenza. Quello che, invece, mi sento di dire è che l’abito non fa il monaco. Ossia, bisogna sforzarsi di capire quali sono i reali sentimenti che un ragazzo o una ragazza vivono, abbandonando ogni tipo di barriera preconcettuale. Ogni persona ha qualcosa da trasmettere e da comunicare, anche se in forme e maniere diverse da quelle che sembrerebbero “normali”.

- Nel cast della miniserie c’era anche Pietro Taricone. Che ricordi hai di lui?
Pietro era una persona squisitissima. Molto simpatico, gentile, ma soprattutto umile. Uno dei pochi a rifiutare il rimborso per le spese di viaggio: basti dire che raggiungeva il set con la propria auto. Sorrideva sempre e ti metteva a tuo agio in ogni circostanza. Abbiamo condiviso anche lo stesso agente. Alla notizia del tragico incidente, accaduto ad un mese dal termine delle registrazioni, rimanemmo tutti spiazzati e sconvolti. Ma alla fine si è optato per la messa in onda della fiction per rendergli il giusto tributo.

- Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
Anno nuovo, lavoro nuovo. Ho brindato a questo lo scorso Capodanno. Ci sono tanti progetti in progress, anche in televisione, ma preferirei non sbilanciarmi fin quando non ci sarà nero su bianco.

- Attualmente vivi a Roma e sei tornata a Cava de’ Tirreni per le festività natalizie. Come hai ritrovato la tua città?
Cava la ritrovo sempre deliziosa. Una culla per tutti i suoi figli. Ma, allo stesso tempo, devo ammettere che si avverte la percezione di un potenziale storico-artistico-culturale non sempre sfruttato appieno. Sono molto contenta per l’apertura del MARTE Mediateca, con cui spero di avere future collaborazioni, ma a livello cittadino ed anche umano ci sono alcuni aspetti da migliorare. Ad esempio, non tutti sono pronti a condividere il successo altrui, il che porta spesso a non rendere il giusto merito a persone che si impegnano per portare in giro per l’Italia, e non solo, il nome di Cava de’ Tirreni.

- Cava de’ Tirreni punta ad essere una città turistica. Tu che vivi fuori, e quindi puoi avvertire meglio di altri le novità ed i cambiamenti sul territorio, quali suggerimenti o consigli daresti all’Amministrazione comunale per sviluppare meglio tale vocazione?
Colgo innanzitutto l’occasione per ribadire all’intera Amministrazione cittadina il mio grazie per il riconoscimento consegnatomi lo scorso 30 dicembre a Palazzo di Città. Quanto alla domanda, mi concentrerei maggiormente su manifestazioni di ampio respiro e meritevoli della dovuta promozione. Tra queste, ad esempio, ricordo i recenti concerti di Pino Daniele, Eric Clapton e Jovanotti allo stadio “Simonetta Lamberti”, che hanno riportato la struttura ai fasti del passato, quelli segnatamente dell’era Troiano, quando la città era conosciuta da tutti anche per questo tipo di eventi. Punterei pure su una maggiore “offerta” per il turismo straniero giovanile, che non si concentri solo sulla movida e dintorni, ma che possa assicurare il piacere di soggiornare in città, anche attraverso kermesse culturali e sportive.

- In conclusione, il tuo saluto a tutti gli amici de ilPortico.it.
Innanzitutto un consiglio: fate come me, continuate a seguire quotidianamente il vostro portale amico, in grado di tenervi aggiornati su tutti i fatti di Cava e dintorni. Saluto con affetto i tanti utenti de ilPortico.it ed auguro loro, oltre che ovviamente a tutti i cittadini cavesi, uno splendido 2012!

A noi della Redazione non resta che ringraziare Irene per la sua disponibilità e rivolgerle un grossissimo in bocca al lupo per le sue future esperienze e per successi sempre più lusinghieri!

La Redazione

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La bella Irene Maiorino La bella Irene Maiorino

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