Tu sei qui: PoliticaVoto anticipato, "ni" del sindaco
Inserito da (admin), lunedì 14 dicembre 2009 00:00:00
Si profilano elezioni anticipate a Cava de’Tirreni. Nei prossimi giorni potrebbero essere confermati i "rumors" secondo i quali il sindaco Gravagnuolo starebbe pensando di annunciare le sue dimissioni per poi organizzare il ritorno alle urne per il prossimo marzo.
Dunque, le voci insistenti di un appuntamento elettorale anticipato non sembrano essere più un’ipotesi irrealistica. Le parole pronunciate dallo stesso primo cittadino durante l’ultimo incontro televisivo “Zoom Cava”, in onda su Quarto Canale, non hanno infatti smentito l’eventualità di una rinuncia a proseguire il proprio mandato elettorale: «È una riflessione che ho avviato già nel direttivo del Pd, senza retorica, e che continuerò nei prossimi giorni».
La motivazione alla base della decisione sembrerebbe quella di una maggioranza "risicata" in Consiglio comunale: «Come amministratore porto nel cuore solo il futuro di Cava, mentre sempre più spesso noto una vita amministrativa diventata palcoscenico di schermaglie e furberie di diversi esponenti politici».
Allo stato attuale Gravagnuolo può disporre nell’assemblea consiliare di 16 voti a favore (compreso il suo) e di 14 contro. Nel mezzo alcuni consiglieri “incerti”, il cui voto è condizionato da una serie di variabili. In considerazione di ciò, il sindaco è pronto per una serie di incontri e consultazioni al fine di verificare la compattezza e la coesione della sua maggioranza: «Se dopo tale passaggio ci saranno le condizioni per governare bene, andremo avanti, in caso contrario torneremo a casa. Io, comunque, sono tranquillo perché penso di aver fatto il mio dovere».
Nel caso profilato delle dimissioni del sindaco, pertanto, dalle sue parole si evince, più che la decisione di buttare la spugna, la volontà di provare a riconfermarsi alle urne con una classe dirigente nuova e profondamente legata alla città ed al suo sviluppo.
Dietro tale mossa ci sarebbe una vera e propria manovra politica. Per raggiungere il suo intento, Gravagnuolo sfrutterebbe da un lato la forza propulsiva della campagna elettorale per le regionali, programmate per la prossima primavera, e dall’altro l’attuale frammentazione del centrodestra cavese, che arriverebbe così impreparato all’appuntamento elettorale.
Secondo indiscrezioni, il 15 gennaio, dopo cioè l’approvazione del Bilancio, sarebbe la data scelta dal sindaco per rassegnare le sue dimissioni e sciogliere il civico consesso, mentre il 28 marzo sarebbe il giorno in cui dovrebbero svolgersi le elezioni comunali.
Sulla questione non mancano dubbi e perplessità, sia tra le forze politiche che tra la gente comune. «Mi auguro che non ci siano elezioni anticipate. I cavesi non ne capirebbero i motivi, soprattutto se provocate dalle dimissioni del sindaco - è il commento di Marco Ascoli, già segretario cittadino diessino e da sempre sostenitore di Gravagnuolo - Sarebbe come sconfessare tutti gli sforzi compiuti in questi anni. E poi, nel ragionamento di Gravagnuolo c’è una contraddizione: perché dubitare della maggioranza dopo un rimpasto in Giunta effettuato solo pochi giorni fa? Non si fida dei suoi consiglieri? Infine, tra scioglimento ed elezioni la città starebbe ferma almeno 4 mesi: il programma del Millennio è già in ritardo e questo stop potrebbe essere fatale».
Sul fronte dell’opposizione un’unica opinione: «Gravagnuolo ha compreso il suo fallimento e vuole tentare l’ultima carta di sopravvivenza. Noi siamo pronti per la battaglia. I suoi calcoli potrebbero risultare sbagliati ed il popolo glielo dimostrerà».
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